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venerdì 8 novembre 2013

Cover-boy: l'ultima rivoluzione.


Paese di produzione: Italia
Anno: 2006
Regia: Carmine Amoroso

Interpreti e personaggi
Eduard Gabia: Ioan
Luca Lionello: Michele
Chiara Caselli: Laura
Francesco Dominedò: Mimmo
Gabriel Spahiou: Florin
Walter D'Errico: ferroviere
Susan Lay: Gea
Luciana Littizzetto: padrona di casa

Premi
Festival Politico di Barcellona 2007: miglior film
Med Film festival 2007: miglior film
Mostra del Cinema di Valencia 2007: migliore attore (Luca Lionello), migliore fotografia
Premi Sergio Leone 2007: miglior film
Transilvania International Film Festival 2007: migliore attore (Luca Lionello)
Est Film Festival 2008: Arco d'oro - miglior lungometraggio, Arco d'argento - premio del pubblico

Intro
Cover-boy (a volte Cover Boy, anche sottotitolato L'ultima rivoluzione) è un film italiano del 2006 di Carmine Amoroso.

È stato presentato alla prima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma del 2006. In seguito è stato proiettato in numerosi festival internazionali, ricevendo diversi premi, ma è uscito in poche sale italiane solo il 21 marzo 2008 grazie alla distribuzione dell'istituto Luce.

La pellicola prodotta a basso costo con un budget di soli 300 000 euro, è stata girata in formato digitale HDV Sony con una cinepresa maneggevole e di piccole dimensioni, il che ha consentito di risparmiare e girare riprese professionali in luoghi dove la macchina doveva restare nascosta.

Il film è stato uno dei cinque scelti per selezionare il candidato italiano per il premio Oscar al miglior film straniero. Il film scelto è stato poi Gomorra, mentre gli altri candidati erano Il divo, Giorni e nuvole e Tutta la vita davanti.

Ambientato principalmente a Roma fra il Pigneto e la stazione Termini, ha visto l'interpretazione come protagonisti di Eduard Gabia, nel ruolo di Ioan, e Luca Lionello, nei panni di Michele. Chiara Caselli ha impersonata Laura, una fotografa di successo. Il film ha visto anche la partecipazione di Luciana Littizzetto quale padrona di casa dell'appartamento concesso in locazione a Michele.


Trama
Il film racconta le vicissitudini di Ioan, un giovane di Bucarest rimasto orfano di padre durante la Rivoluzione rumena del 1989. Il ragazzo, spinto da un amico, decide di emigrare in Italia con un pugno di soldi per tentare di raggiungere una vita economica migliore.

Dopo un lungo viaggio in treno giunge da solo a Roma. Qui si trova immediatamente di fronte alla difficoltà di vivere senza quattrini.

Nella capitale italiana è obbligato a dormire per strada e a lavarsi in posti di occasione. Dopo qualche giorno, con la complicità di un altro immigrato sconosciuto, riesce ad intrufolarsi nel bagni adibiti agli inservienti della stazione Termini. Mentre i due si stanno lavando vengono scovati da Michele, un italiano che lavora come addetto alle pulizie per una società che sopravvive di appalti, il quale, per paura di perdere il posto di lavoro, caccia i due stranieri. Uscendo dai bagni lo sconosciuto approfitta della situazione per rubare un lettore CD di Michele.

La sera seguente Ioan, ancora spaesato e alla ricerca di un luogo dove coricarsi, decide di tornare negli spogliatoi del personale della stazione per passare la notte. L'indomani Michele lo scopre di nuovo e dopo una dura discussione per il piccolo furto del giorno precedente vengono alle mani. Ioan ha la peggio.

Al termine del diverbio Michele comprende che in realtà Ioan è innocente e capita la difficoltà dell'immigrato, gli offre un letto nella propria abitazione per pochi euro al giorno. Michele alloggia in un piccolo e vecchio appartamento di proprietà di un'attrice di scarso successo. Anche l'italiano non se la passa bene economicamente, e fa fatica a pagare il canone di locazione. La sua famiglia non lo ha potuto sostenere negli studi e così ha vissuto per vent'anni come precario rimbalzando da un lavoro ad un altro.

Michele e Ioan diventano presto amici: iniziano a mangiare assieme e a condividere momenti felici. Nel frattempo Ioan trova lavoro clandestinamente come meccanico presso un'officina sfasciacarrozze e, per un breve periodo, ottiene un po' di stabilità economica. I due sognano di risparmiare qualche soldo da investire in Romania, per abbandonare la loro precaria e difficile situazione lavorativa e aprire un ristorante sul delta del Danubio. L'italiano, ammaliato dal progetto e dal fascino del rumeno, che spesso ama osservare nella propria bellezza, poco a poco s'innamora del proprio convivente. Dopo qualche tempo, Michele, a causa di una riduzione del personale effettuata dalla società di pulizie per cui lavora, che ha perso l'appalto per la pulizia della stazione Termini, viene licenziato. Affranto e frustrato per il nuovo stato di disoccupazione, il quarantenne tenta di rimettersi subito all'opera recandosi all'ufficio di collocamento, ma il proprio curriculum non gli consente un immediato reimpiego. La paura di deludere Ioan e di non poter raggiungere il progetto comune spingono Michele a tacere il proprio licenziamento all'amico.

Il mese successivo a seguito di un controllo della polizia anche Ioan viene licenziato. Il rumeno scopre allora che anche Michele è senza lavoro e, deluso per la menzogna, dopo una lite, decide di tornare a vivere solo per la strada.

Michele, disperato per l'abbandono del suo amato, si butta per le vie della città finché non ritrova il ragazzo e riesce a convincerlo a ritornare a casa.

I due sono in grossa difficoltà economica e faticano a pagare l'affitto alla padrona di casa. Una mattina Ioan, girovagando per la città alla ricerca di un lavoro qualunque, incontra l'amico connazionale che lo aveva convinto a partire per l'Italia. Quest'ultimo sopravvive prostituendosi nell'ambiente omosessuale e prova a coinvolgere nel lavoro anche Ioan che però rifiuta seccamente.

Nei giorni seguenti per Michele e Ioan si aprono nuove prospettive. L'italiano viene assunto nuovamente da un'impresa di pulizie. Invece, nella vita del rumeno, quasi per caso, irrompe una famosa fotografa, Laura, che offre a Ioan un lavoro come ragazzo copertina e lo convince a trasferirsi a Milano. Michele, nonostante il ritrovato impiego, è affranto dalla partenza del ragazzo che ama e cade in depressione.

Intanto Ioan a Milano inizia la convivenza con Laura, con cui intraprende anche una relazione sessuale d'opportunità. Il rumeno si adatta abilmente all'attività di modello e riesce a risparmiare un po' di soldi e ad acquistare anche un'automobile. La relazione tra Ioan e Laura si interrompe bruscamente quando il rumeno si infastidisce del fatto che sia stata utilizzata una foto che lo ritrae come una sorta di profugo di guerra nudo, derivata da un fotomontaggio con una foto originale della Rivoluzione rumena del 1989 scattata dalla stessa fotografa Laura quando era fotoreporter di guerra, sfruttata per meri scopi pubblicitari per una marca di vestiario.

Ioan decide di tornare a Roma e durante il viaggio chiama telefonicamente a casa della padrona di casa (proprietaria anche dell'unico telefono fisso di entrambi gli appartamenti che funge da recapito anche per gli inquilini dell'appartamento affittato) per chiedere di Michele, ma questa stizzita per il tardo orario della telefonata non accetta di scendere al piano sottostante per passare la telefonata a Michele. Dunque Ioan prega la padrona di casa di riferire almeno il suo messaggio all'amico, ovvero che lui sta per tornare con la macchina per partire poi in Romania e realizzare il loro sogno, ma questa non si prende la briga neanche di passare il messaggio. Ioan raggiunge quindi Michele ma purtroppo egli, spinto dalla solitudine e dall'ennesimo fallimento in ambito professionale, si toglie la vita nello stesso appartamento in cui i due avevano convissuto in precedenza, senza sapere del messaggio di Ioan che forse avrebbe potuto salvargli la vita. Insieme avrebbero dovuto iniziare un viaggio on the road in Romania per realizzare il progetto di aprire un ristorante sul delta del Danubio, dove Michele avrebbe cucinato le specialità italiane. Ioan decide di partire da solo, per coronare il piccolo sogno concordato con l'amico: il ristorante si sarebbe chiamato "Da Ioan e Michele".



sabato 11 dicembre 2010

Yossi & Jagger

 

Yossi & Jagger è un film del 2002, diretto dal regista Eytan Fox.

Trama
La vicenda ruota attorno alla relazione fra due soldati, un ufficiale e il suo subalterno, che si trovano di stanza al confine con il Libano di guardia in attesa di un attacco nemico (non è chiarito quale, ma è possibile che si tratti degli Hezbollah, le milizie islamiche radicali della popolazione sciita del Libano meridionale).
Yossi, che è militare in carriera, vorrebbe che la relazione restasse nascosta, mentre Jagger, che è un militare di leva, ha intenzione di presentare il suo compagno alla famiglia una volta terminato il servizio di leva. Due soldatesse giungono nell'accampamento, una delle quali innamorata di Jagger ma non trova mai il momento per dirglielo. Un giorno il reparto viene incaricato di compiere un'operazione notturna che, però, si concluderà con esiti tragici. Solo quando Jagger è in punto di morte Yossi riesce a dirgli che lo ama nonostante accanto a loro si trovi un altro soldato.

Caratteristiche
In questo film breve, poco più di un'ora, si affronta per la prima volta pubblicamente il tema dell'omosessualità nell'esercito in Israele, ottenendo nonostante il tema controverso un lusinghiero successo di pubblico e di critica soprattutto nella nazione produttrice, anche nell'esercito.

Differentemente c'è stato chi ha voluto vedere in esso una sorta di propaganda in cui contrapporre una nazione democratica e libera (Israele) contrapposta, non solo militarmente, ad un mondo chiuso e rigido (quello islamico).

Paradossalmente, le critiche al regista si sono concentrate non sulla scelta della tematica omosessuale, bensì sul fatto che i rapporti sessuali fra ufficiale e sottoposto sono proibiti allo scopo di evitare abusi di autorità, e sarebbe quindi scorretto presentarli - come qui - sotto una luce positiva.

Importante è stata anche la scelta della colonna sonora del film, la popolarissima canzone israeliana BaNeshama (nell'anima), resa celebre dalla cantante israeliana Rita, significativamente fatta cantare durante lo stesso film ai protagonisti: le parole della canzone parlano infatti della necessità di "uscire dall'ombra" e di poter manifestare e condividere apertamente il proprio dolore e la propria identità.

Curiosità
Quando Yossi visita la famiglia di Jagger nella shiv'ah, il periodo di sette giorni seguenti al funerale, si possono vedere gli specchi dell'atrio visibili mentre, secondo la regola ebraica, dovrebbero essere coperti. (Però può anche darsi che la famiglia di Jagger sia presentata in questo modo dal regista come poco osservante).

giovedì 5 agosto 2010

Funeral Party - Frank Oz

Trama: Una famiglia inglese si ritrova riunita nella casa in campagna per il funerale del padre di Daniel e Robert, il primo un semplice uomo sposato che cerca di sfondare come scrittore, il secondo invece uno scrittore affermato che vive a New York. La figlia di uno dei fratelli del morto, Martha, porta il suo fidanzato, Simon, per presentarlo a suo padre. Martha però, trovandolo un po' agitato, decide di dargli del Valium, che però si ritrova essere una droga sintetica che provoca allucinazioni per diverse ore. Durante la cerimonia Simon si alza perché crede di vedere la bara del morto muoversi, ci sbatte contro e il cadavere cade rovinosamente a terra e dunque interrompono il funerale. Tra i vari presenti si trova anche un nano che, in privato, rivela a Daniel di essere stato, negli ultimi mesi, l'amante del padre; irritato per non aver ricevuto niente dal testamento dell'amante, domanda a Daniel una cifra consistente per non rivelare a tutti le inclinazioni sessuali del morto. Arrivato anche il fratello ed altri, legano il nano e gli danno quello che credono valium, ma che in realtà è la droga allucinogena. Lasciato solo riesce a liberarsi, ma mentre salta su un divano cade e sbatte la testa su un tavolino. Ritenuto morto, i fratelli ed alcuni parenti, decidono di nasconderlo nella bara. Poco dopo la funzione riprende ma il nano inizia a bussare da dentro la bara; riuscito ad uscire, fa cadere le foto che riprendono il nano e l'amante, rendendo nota a tutti la storia tra i due.

Titolo originale: Death at a Funeral
Anno: 2007
Regia: Frank Oz

Interpreti e Personaggi
Matthew Macfadyen: Daniel
Rupert Graves: Robert
Peter Dinklage: Peter
Alan Tudyk: Simon
Daisy Donovan: Martha
Kris Marshall: Troy
Andy Nyman: Howard
Jane Asher: Sandra
Ewen Bremner: Justin
Keely Hawes: Jane
Peter Vaughan: zio Alfie





venerdì 18 giugno 2010

(Omo)Sex and the city 2 e il matrimonio di Antony e Stanford

I due personaggi gay del celebre serial convolano a nozze nel secondo capitolo cinematografico, più spassosamente queer del precedente. E al ricevimento camp Liza Minnelli canta "Single Ladies".
Ebbene sì, Anthony e Stanford convolano a inattese nozze. I due personaggi gay del serial tv di culto "Sex and the City", che in realtà non si sono mai sopportati più di tanto, soprattutto quando Stanford era fidanzato con Marcus, il ballerino di Broadway, si sposano all'inizio del secondo capitolo cinematografico sempre diretto da Michael Patrick King. E ovviamente lo fanno nella maniera più kitsch immaginabile: in un elegante cottage fuori città, Anthony allestisce un rutilante set "fantacamp" dalla dominante bianca con rigagnoli e ponticelli, candidi cigni, un coro gay e - udite, udite - l'apparizione di Sua Favolosità Liza Minnelli, in buona forma anche perché "stuccata" a dovere, che si scatena con due giovani ballerine-cloni sulle note di "Single Ladies" di Beyoncé. "Liza si manifesta quando l'aria è ricolma di energia gay!" ribadisce Miranda mentre Carrie ripete al marito Mr. Big che "non è un matrimonio gay, e un matrimonio e basta!" per poi ritrattare: "È un matrimonio gay!" quando comprende il livello di stucchevolezza della cerimonia.

Mr. Big riesce anche a sgattaiolare da un tentativo di seduzione ad opera di un ospite al party, interpretato da Michael T. Weiss, il protagonista di "Jeffrey", vistosamente invecchiato.
Pur durando quasi due ore e mezza, "Sex and the City 2" regge piuttosto bene il ritmo e si allinea agli standard del precedente, indirizzato a un target preciso di donne e gay, almeno conoscitori se non fan della serie televisiva (anche il primo film iniziava con una scena omo: le quattro amiche, per strada, incrociano un bellone che subito dopo bacia e abbraccia un ragazzo). Nel séguito, più disinvolto e spassoso, gli elementi queer si intensificano anche se della neocoppia di sposi gay non se ne sa più nulla: quando le girls sono invitate ad Abu Dhabi - in realtà si è girato in Marocco - ognuna di loro ha un maggiordomo personale e a Samantha viene assegnato un ragazzo vistosamente effeminato, Abdul detto Paula (Paula Abdul era negli anni '80 una celebre cantante e ora fa la giurata al talent show "American Idol").

Charlotte è invece preoccupata per l'avvenente giovane tata pettoruta lasciata a New York insieme al marito e alle due figlie ma scopre con sollievo che è lesbica. Per la gioia del target di cui sopra, non manca una squadra di rugby australiana che si spoglia voluttuosa in piscina e una serie di polposi nudi posteriori dei vari fustacchioni, tra cui un playboy danese, che Samantha si porta sotto le lenzuola a ciclo continuo, terrorizzata all'idea di piombare in una temuta menopausa contrastata con quantità industriali di ormoni in pillole tragicamente sequestrate all'aeroporto di Abu Dhabi.

Le gag più spiritose sono appannaggio proprio di quest'ultima, ormai l'unica single del gruppo - strepitosa la crisi di nervi quando le strappano la borsa colma di preservativi in pieno suk - mentre le altre ragazze hanno vari problemi nella loro vita più ordinaria di mogli/madri mediamente insoddisfatte: Carrie non tollera più la sindrome letto+tv in cui è precipitato il suo ormai mollaccione Mr. Big e si lascia tentare da un colpevole bacio con l'ex Aidan (John Corbett) miracolosamente ritrovato a comprare e vendere tappeti in Medio Oriente; Miranda lascia lo studio legale perché non ne può più di avere i piedi del suo boss in testa e riesce così a dedicare più tempo alla famiglia; Charlotte ha invece bisogno di una pausa dal frenetico impegno quotidiano di mamma (a lei spetta una delle battute più riuscite: "Se penso che mio marito potrebbe tradirmi con la bambinaia, penso: oddio, non posso perderla!").

Sembrano infine quasi giustapposti i due camei vip di Penelope Cruz e di Miley Cirus, la baby diva di Hannah Montana.
Gli appassionati troveranno tutto quello che cercano, in particolare una cascata di abiti griffatissimi (Dior, Mara Hoffman, Hermés, etc.), sempre più al confine tra glam e trash, scelti dalla veterana Patricia Field con quattro collaboratori, e accessori modaioli firmati Manolo Blahnik, Jimmy Choo, Christian Louboutin, Jean Paul Gaultier, Yves Saint Laurent, Chanel e via discorrendo, un "product placement" davvero sfrenato che comprende anche celebri marche quali Mercedes, Lipton e Hewlett Packard. Se in periodo di crisi tale esibizionismo consumista può sembrare quanto mai sfacciato, bisogna prendere "Sex and the City 2" come un sogno naif di libertà e indipendenza al femminile (ma il confronto con la cultura islamica è talmente superficiale che potrebbe irritare qualcuno) e riconoscere il fenomeno mediatico che rappresenta.

Negli States ha esordito maluccio, 32 milioni di dollari contro i 43 di "Shrek 4" mentre nel primo weekend in Italia è subito balzato in testa al box office con più di un milione e seicentomila euro di incasso, centomila in meno, però, del primo episodio che nel mondo aveva raggiunto la faraonica cifra di 415 milioni di dollari. Riuscirà a bissarne il successo?

venerdì 30 aprile 2010

Man in the lighthouse



Ang Lalake sa Parola (The man in the Lighthouse) è un film indipendente a tematica gay del 2007 uscito nelle Filippine, gli attori principali sono Harry Laurel, Jennifer Lee and Justin De Leon. La pellicola è stata diretta da Joselito Altarejos.

TRAMA - Un giovane, partito alla ricerca del padre che non vede da molti anni, compie invece un viaggio omo-erotico che lo porterà a scoprire la sua vera natura. Mateo (Harry Laurel) è un custode che si vede con la bella maestra Suzette (Jennifer Lee). La piccola città dove vivono sta tentando di incrementare il turismo grazie a feste religiose. Mateo non ha famiglia, solo un padre assente che ritornerà in città dal Dubai dopo quindici anni di lontananza. Jerome (Justin de Leon) è un pubblicitario gay in vacanza da Manila che s'imbatte con Mateo e Suzette mentre stanno facendo sesso, ma questi non lo riconoscono. Nella città c'è un uomo gay (Monti Parungao) che circola vestito da drag e paga ragazzi del posto per favori sessuali. Uno di questi ragazzi lo maltratta, offendendolo, e lui si confida con Mateo su come sia difficile e pericoloso essere gay nelle Filippine. Mateo stringe un'amicizia sempre più intima con Jerome, iniziando a farsi delle advance reciproche mentre sono ubriachi. Mateo, che ha trovato lavoro come guardiano del faro, parla con Tisho (Crispin Pineda) a proposito della "fata del faro", che secondo una leggenda locale, si mostra solo agli uomini che desidera, e questi uomini non si sposeranno mai...




giovedì 28 gennaio 2010

Tributo a Joe Dallesandro





Je t'aime moi non plus (1976) - Jane Berkin & Joe Dallessandro
Tribute Film, Pretty and rare jewel. Directed by Serge Gainsbourg.

giovedì 1 ottobre 2009

Neonazisti gay, il tabù di "Brotherhood" scuote il festival del cinema

Nel mare magnum di fatti e fuffa, che ha invaso le redazioni sotto forma di cartelle stampa targate Festival del Cinema di Roma, c’è una piccola chicca, sfuggita ai più. Una perla destinata a far scandalo, quando verrà mostrata in tutta la sua verità e violenta crudezza. E’ la storia di un amore vissuto in una cornice proibita e proibitiva: quella dei neonazisti. “Brotherhood”, titolo originale Broderskab, è il lungometraggio d’esordio del danese Nicolo Donato, classe 1974, e sarà presentato nella selezione ufficiale del concorso di Roma, il 21 ottobre. Racconta la storia di Lars, giovinastro che lascia l’esercito e decide di entrare a far parte di un gruppo di neonazisti. Gruppo intento ad organizzare raid punitivi contro arabi e omosessuali, i due target preferiti. La fratellanza impone un apprendistato fatto di lezioni di vita quotidiane ispirate al “Mein Kampf”, libro-Bibbia dei nazi. E in questa fase iniziale, a Lars viene affiancato Jimmy, una sorta di guida e mentore, che avrà il compito di metterlo alla prova e seguirlo nel cammino verso la corretta nazitudine. Ma tra i due accade l’imprevisto: scoppia la passione. Carne e sentimento, per un amore combattuto e combattente, che verrà vissuto in segreto e nel silenzio di gemiti soffocati. Lars inizierà a prendere le distanze dal gruppo (qui un clip), in particolare dai diktat razzisti e omofobi dei suoi compagni e dei capi. I due amanti saranno di fronte ad un bivio: continuare a rimanere “fratelli”, nel nome dell’ideologia, o seguire i propri sentimenti “impossibili? La scelta sarà una lama che scorre nella carne.

Brotherhood è solo uno dei film a tematica Glbt che, quest’anno, “coloreranno” le sale del Festival romano, e cercheranno di scuotere la platea. E, anche se ormai quando parlo di lei mi sento un Sandro Bondi berlusconiano virtual, il merito è tutto di Piera Detassis, anima e direttrice dell’evento, da sempre attentantamente incuriosita dal filone. Una scelta coraggiosa – così tanto che verrebbe voglia di definirla una sfida.
Neonazi gay. Mi chiedo se anche dalle nostre parti siano una specie “rara”.
Fonte: River


martedì 15 settembre 2009

Tom Ford - A Single Man


Lui è conosciuto nel mondo per aver lavorato, e per lavorare ancora, con i migliori stilisti del mondo ma a Venezia, in concorso, Tom Ford ha presentato il suo film A single man.

Tratto dal libro di Christopher Isherwood, A single man è stato accolto abbastanza favorevolmente dalla stampa presente a Venezia calcolando che si tratta dell'opera prima di un'artista che regista non è mai stato.

A single man è ambientato a Los Angeles nel 1962 e racconta della giornata tipo di George (Colin Firth), professore inglese omosessuale che deve affrontare l'improvvisa morte del suo compagno (Matthew Goode).

Attorno a lui tutta una serie di figure, femminili e non (Nicholas Hoult e Julianne Moore su tutti), che lo consolano e dalle quali trae vitalità in un momento di difficoltà.

Un film semplice ma elegante, attuale anche se ambientato negli anni Sessanta di cui Ford ha detto: "il romanzo di Isherwood l'ho letto tanto tempo fa ma solo oggi, a 40 anni e più, con la maturità, ho capito meglio il valore delle piccole cose. E così sono stato pronto a realizzarlo".

Convince Colin Forth che in conferenza stampa ha dichiarato: "è stata un'avventura faticosa, ma anche un grande privilegio. Avrei dato qualsiasi cosa per recitare questo personaggio, così vicino a Tom. E' un'esperienza che ci ha segnato profondamente. Entrambi".

Per Flirth "non siamo di fronte a un film militante ma di una storia d'amore che potrebbe essere stata vissuta anche tra uomo e donna" e dello stesso parere è anche Tom Ford secondo cui "la forza del romanzo che abbiamo trasposto è proprio la forza del legame tra queste due persone. Che siano gay, non ha tutta questa importanza".



domenica 13 settembre 2009

Oxfords Murders (2008) - Teorema di Un Delitto

Oxford Murders - Teorema di un delitto è un film thriller del 2008, primo film in lingua inglese del regista spagnolo Álex de la Iglesia, basato sul romanzo La serie di Oxford del matematico e scrittore argentino Guillermo Martínez. Il film ha per protagonisti Elijah Wood e John Hurt.

Trama - Martin, studente americano in viaggio-studio ad Oxford, sogna di incontrare il professore e scrittore Arthur Seldom, uno dei massimi esponenti mondiali nel campo della logica e suo idolo personale, per proporgli una ricerca di dottorato. Il primo incontro tra i due non è dei più entusiasmanti. Seldom è molto eccentrico e scorbutico, il suo atteggiamento scostante delude il ragazzo. Ma quando un’anziana signora, conoscente comune a tutti e due, muore in circostanze misteriose, lo studente e il professore, che hanno casualmente scoperto per primi il cadavere, iniziano ad indagare sull’accaduto. Ben presto appare chiaro che si tratta di un omicidio e che il delitto non è destinato a restare un caso isolato, ma potrebbe essere addirittura l'inizio di una serie di uccisioni, riferibili ad una misteriosa serie di simboli matematici. Nei giorni successivi vengono commessi altri delitti, e tutti i fatti di sangue sono strettamente collegati alle vite sia di Martin, sia del professor Seldom, al punto da far rientrare entrambi nella cerchia dei sospetti della polizia. Seldom allora prende sotto la sua ala protettrice il ragazzo, insegnandogli che se da una parte la logica e le strutture della matematica possono essere utilizzate per risolvere i misteri, dall'altro possono prestarsi anche a rinsaldare ingannevoli convinzioni, traendo in inganno chi ha un'incrollabile fiducia nella loro possibilità di spiegare la realtà (in linea con le teorie sostenute dal filosofo austriaco Wittgenstein, di cui lo stesso professore Seldom è un convinto sostenitore). Ed è proprio quello che accade durante l'indagine. Ogni volta che Martin si convince di essere prossimo a trovare la soluzione dell'enigma, qualche nuovo sviluppo rovescia drammaticamente la situazione, conducendo l'intrigo verso sorprendenti rivelazioni.

Riferimenti culturali citati nel film
* Tractatus Logico-Philosophicus di Ludwig Wittgenstein. In particolare la sua settima asserzione principale: "Su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere."
* Guy Fawkes e la sua "congiura delle polveri".
* il Principio di indeterminazione di Heisenberg.
* il Teorema di Taniyama-Shimura.


sabato 12 settembre 2009

Humpday

Commedia indipendente che probabilmente non vedremo mai nelle nostre sale, Humpday è stata presentata nella sezione Quinzaine des Réalisateurs al Festival di Cannes e ha vinto il Premio della Giuria al Sundance. La cineasta statunitense Lynn Shelton si misura con un tema difficilmente gestibile come l’omofobia, attraverso la storia di due amici del college, Ben e Andrew, che si rincontrano dopo dieci anni. Ben è sposato, Andrew è un giramondo convinto che la sua vita da artista mancato e piena di donne, sia molto meno bigotta e piatta di quella dell’amico. Una sera, ad una festa, per dimostrare di essere più spregiudicato di quello che pensa Andrew, Ben accetta di aderire ad un progetto artistico: fare sesso con lui davanti a una telecamera. Due etero che vogliono avere la loro prima esperienza gay insieme, pensando che possa essere un modo come un altro di scambiarsi affetto.

Vedo già maschi etero aitanti che storcono il naso e pensano “ma è un film con i finocchi”… come se andandolo a vedere poi si sentono macchiati nel loro ego da predatori… ma dai! Humpday è un film riuscito proprio perché riesce a partire da una situazione analoga allo scetticismo maschile (due etero che vogliono avere un’esperienza gay per diversi motivi: uno per sentirsi un vero artista, l’altro per vedersi meno imborghesito nella sua normale vita domestica), per costruire una commedia dai tempi perfetti e che non pecca nemmeno di banalità. Un film che affronta innumerevoli tematiche, dalla paura di avere una vita piatta se comunemente tradizionale al capire di non essere più aperti di mentalità se invece si è più borderline; dalla paura di un’omosessualità latente al desiderio che la propria vita prenda una piega diversa. Una pellicola che ci offre un punto di vista inconsueto per parlare di omosessualità, due uomini che si vogliono forzare ad avere un rapporto sessuale, che ci porta ad una riflessione immediata su chi ancora sostiene che dall’essere gay si può “guarire”… non capirò mai…

Humpday rimane però soprattutto un film sull’amicizia e sui rapporti affettivi, per ricordarci che l’amore è un sentimento talmente vasto che non si può esprimere solo attraverso la fisicità e non si può categorizzare.

domenica 16 agosto 2009

E.T. L'Extraterrestre

Ieri sera ho visto il film, mi sono documentato, ed essendo il mio film preferito, ho scritto un lungo post, per la maggior parte estratto da siti internet...

E.T. l'extra-terrestre

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Titolo originale: E.T. the Extra-Terrestrial
Lingua originale: inglese
Paese: USA
Anno: 1982
Regia: Steven Spielberg
Soggetto: Steven Spielberg
Sceneggiatura: Melissa Mathison
Produttore: Steven Spielberg, Kathleen Kennedy, Melissa Mathison
Casa di produzione: Amblin Entertainment, Universal Pictures
Distribuzione Italia: Universal Pictures

Interpreti e personaggi
* Henry Thomas: Elliott
* Dee Wallace: Mary
* Robert MacNaughton: Michael
* Drew Barrymore: Gertie
* Peter Coyote: Keys
* Erika Eleniak: Compagna di classe
* Christopher Thomas Howell: Tyler

Premi:
* 4 Premi Oscar 1983: miglior colonna sonora, miglior sonoro, miglior montaggio sonoro, migliori effetti speciali
* 2 Golden Globe 1983: miglior film drammatico, miglior colonna sonora originale
* Premi BAFTA 1983: miglior colonna sonora
* 5 Saturn Awards 1983: miglior film di fantascienza, miglior sceneggiatura, miglior colonna sonora, migliori effetti speciali, miglior poster artistico
* 3 Boston Society of Film Critics Awards 1982: miglior film, miglior regista, miglior fotografia
* 2 Kansas City Film Critics Circle Awards 1983: miglior film, miglior regista
* David di Donatello 1983: miglior regista straniero

« E.T. phone home »

« E.T. telefono casa »

E.T. l'extra-terrestre è un film di fantascienza del 1982, diretto da Steven Spielberg.

Distribuito dalla Universal Pictures, E.T. divenne un successo al botteghino, sorpassando, all'epoca, Guerre Stellari come film che ha incassato di più nella storia del cinema.

Il film è uscito l'11 giugno 1982 negli Stati Uniti d'America, e il 3 dicembre dello stesso anno in Italia. Fu ri-distribuito nel 1985, e nel 2002, con l'aggiunta di nuove scene ed effetti speciali migliorati. La pellicola affronta temi cari al regista, come quello della crescita, del rispetto e della tolleranza. Spielberg crede che E.T. rappresenti tutto il suo lavoro.

Per il regista, E.T. aprì la strada ad un nuovo genere di film: pellicole più personali, incentrate sulle emozioni e sulle condizioni umane dei protagonisti, come Il colore viola, Schindler's List e Amistad.

Nel 1994 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.

Trama
In una foresta della California, un gruppo di alieni botanici prelevano campioni di vegetazione. Gli agenti del governo U.S.A appaiono e gli alieni fuggono a bordo della loro nave spaziale lasciando indietro uno di loro e abbandonandolo per mettersi in salvo decollando.

Nel frattempo, in una casa suburbana californiana di San Francisco , un bambino di nome Elliot, 9 anni con il padre in Messico con l'amica Sally per lavoro fa il domestico per suo fratello maggiore Michael e gli amici di quest'ultimo. Quando esce a prendere la pizza, Elliott scopre l' alieno, il quale prontamente fugge. Nonostante la famiglia non gli creda, il ragazzo lascia dei dolcetti nella foresta per condurre l'alieno da lui. Una sera l'extraterrestre fa visita a Elliott, consegnandogli i dolcetti, e questi, entusiasta, nasconde l'alieno, per non farlo vedere alla famiglia.

La mattina successiva finge di avere la febbre, per poter restare a casa e studiare meglio lo strano visitatore. Nel pomeriggio Michael e la loro piccola sorellina, Gertie, incontrano l'alieno. I due promettono di non dire nulla a nessuno a proposito, neppure alla madre. Decidendo di tenere la creatura, i ragazzi iniziano a chiedergli informazioni sulla sua origine. Egli risponde facendo levitare delle palline di pongo, rappresentanti il sistema solare e mostra i suoi poteri facendo rivivere una pianta morta.

Mentre l'extraterrestre resta in casa da solo, Elliott, a scuola, inizia a provare una connessione psichica con l'alieno. L'essere, infatti, si ubriaca e Elliott perde il controllo, liberando tutte le rane dalla classe di dissezione. Quando l'alieno vede, poi, in televisione John Wayne baciare Maureen O'Hara in Un uomo tranquillo, Elliott bacia una compagna di classe nella stessa maniera.

L' extraterrestre, al quale i ragazzi danno nome E.T., riesce a parlare ripetendo ciò che Gertie dice mentre guarda Sesame Street. E.T. esprime il desiderio di tornare a casa. Elliott e il fratello procurano all'alieno il materiale affinché riesca a costruire un dispositivo che lo metta in comunicazione con la famiglia. Michael inizia a notare che la salute di E.T. sta peggiorando e che Elliott si riferisce a se stesso come "noi". Ad Halloween i tre vestono E.T. come un fantasma cosi da poterlo far uscire di casa. Elliott accompagna l'alieno fino alla foresta, dove E.T. riesce a mandare con successo un segnale al suo pianeta natale. Il mattino seguente, Elliott si sveglia notando la mancanza di E.T. e ritorna a casa, angosciato per la sua assenza. Michael trova E.T. morente nella foresta e lo porta da Elliott, anch'esso in punto di morte. Mary, di ritorno dal lavoro, trova il figlio moribondo e viene a conoscenza dell'alieno. Spaventata, scappa con i figli, ma viene bloccata dagli agenti del governo.

Gli scienziati costruiscono una struttura medica in casa, mettendo in quarantena Elliott ed E.T. La connessione tra i due sparisce nel momento in cui l'extraterrestre muore improvvisamente. Il ragazzo sta per dire addio all'amico, quando nota che il fiore nel vaso di Gertie sta tornando in vita. E.T. rivive e dice che i suoi compagni stanno tornando. Elliott e Michael scappano, aiutando E.T a sfuggire dalle autorità, mentre la madre, assieme a Gertie, e a Keys, un agente governativo, li seguono in macchina.

E.T. vede arrivare i suoi simili e si prepara per partire. L'alieno dice addio a Michael e Gertie, e Elliott gli chiede di restare, promettendo che avrà cura di lui, ma E.T. gli risponde che sarà sempre con lui e lo saluta per l'ultima volta, per poi salire sull'astronave e fare ritorno a casa.

Sceneggiatura
Dopo il divorzio dei suoi genitori nel 1960 Spielberg colmò il vuoto causato dall'avvenimento con un alieno immaginario di compagnia. Durante il 1978 Spielberg annunciò di voler girare un film in soli ventotto giorni dal titolo Growing Up (Crescere). Il progetto fu messo da parte a causa degli impegni dovuti alle riprese del film 1941: Allarme a Hollywood, ma Spielberg era fermamente intenzionato a realizzare una piccola pellicola autobiografica sulla sua infanzia.

Mentre lavorava a Incontri ravvicinati del terzo tipo, il regista iniziò a concepire l'idea per un film di fantascienza. La storia narrava di una famiglia di campagna terrorizzata da un gruppo di alieni, che tentano di irrompere nella casa. Una prima bozza, intitolata Night Skies, fu scritta, ma quando Spielberg la lesse, disse che non avrebbe voluto fare un film del genere, in quanto avrebbe tradito le proprie convinzioni.

Durante le riprese de I predatori dell'arca perduta in Tunisia la memoria dei momenti d'infanzia di Spielberg riaffiorarono. Il regista si ricordava di aver apprezzato The Black Stallion, un film sull'amicizia tra un ragazzo ed un cavallo. Assieme alla sceneggiatrice del film, Melissa Mathison (anche lei in Tunisia, con l'allora marito Harrison Ford), iniziarono a discutere su Night Skies. Sebbene decisero di stravolgere completamente la storia, un dettaglio della sceneggiatura fu usato come spunto: nel finale, uno degli alieni viene lasciato per errore sulla Terra.

Spielberg e la produttrice associata Kathleen Kennedy convinsero Mathison a scrivere il copione basato sul soggetto del regista, intitolato E.T. and Me, una volta tornata a Los Angeles. Già mentre scriveva, Mathison aveva in mente una primitiva versione di E.T.: assieme al regista, decise che l'alieno sarebbe dovuto essere brutto, ma non spaventoso, come "Una tartaruga senza guscio. L'amore e l'affetto che volevamo mostrare non si basava sull'essere carini." Il copione fu pronto in otto settimane e Spielberg lo considerò perfetto. La Columbia Pictures, produttrice di Night Skies, incontrò Spielberg per discutere il copione. Lo studio lo definì "uno stupido film della Walt Disney" così Spielberg si avvicinò a Sid Sheinberg, presidente della Universal, che diede via libera al giovane regista.

Cast
Il casting venne effettuato nel marzo del 1981. Spielberg provinò oltre 300 ragazzi per i ruoli. Avendo lavorato con Cary Guffey in Incontri ravvicinati del terzo tipo aveva confidenza a lavorare con un cast composto principalmente da attori giovani invece che da attori adulti. Spielberg conobbe Drew Barrymore durante i provini per Poltergeist - Demoniache presenze, e le piacque, descrivendola come "un'adorabile bugiarda". Non la prese nel film, ma le disse che l'avrebbe contattata per un altro progetto. La bambina si guadagnò il ruolo, raccontando al regista di essere alla guida di una band punk rock. MacNaughton fece otto audizioni per il ruolo di Michael, spesso provando con ragazzi che recitavano per il ruolo di Elliott.

Nell'agosto del 1981, Spielberg non aveva ancora trovato il ragazzo giusto per interpretare Elliott. Fu infine scelto Henry Thomas, suggerito da Robert Fisk, che, nonostante non convinse il regista durante la lettura del copione, ottenne la parte quando improvvisando una scena, in cui l'alieno viene portato via dal governo, Thomas riuscì a piangere, pensando al suo cane, morto tre anni prima. Spielberg si divertì a lavorare con i ragazzi notando che l'esperienza gli fece maturare l'idea di diventare padre.

Debra Winger e lo stesso Spielberg fornirono il suono di E.T. durante le riprese e per il montaggio provvisorio, ma l'alieno venne in seguito doppiato da Pat Welsh, un'anziana signora della Contea di Marin in California. Welsh fumava due pacchetti di sigarette al giorno, che le fornirono una voce roca e adatta al personaggio, secondo il creatore degli effetti sonori Ben Burtt. È stata in sala registrazione per un totale di nove ore e mezzo a registrare la parte venendo pagata $380 da Burtt per i suoi servizi. Nella versione italiana, la voce di E.T. sarà poi prestata dalla doppiatrice Elsa Camarda.

I dottori che lavoravano presso il centro medico dell'Università del sud California vennero reclutati da Spielberg per interpretare i dottori che cercavano di salvare la vita di E.T., in quanto pensava che se degli attori avessero interpretato tali ruoli leggendo righe con dialoghi tecnici sarebbe sembrato innaturale. Durante la fase di post-production Spielberg decise di eliminare la scena in cui recitava Harrison Ford nel ruolo dell'insegnante di Elliott. La scena vedeva Elliott rimproverato dall'insegnate nella classe di scienze e in quel momento una sedia sarebbe dovuta levitare mentre E.T. faceva levitare il suo dispositivo "telefono casa" per la scale assieme a Gertie.
Drew Barrymore ottenne il ruolo, raccontando di essere la leader di una rock band.

Riprese
Le riprese del film iniziarono l'8 settembre 1981, a Los Angeles e sarebbero dovute durare circa 65 giorni (in realtà servirono quattro giorni aggiuntivi di riprese). Per motivi di sicurezza, il titolo provvisorio del film venne cambiato in A Boy's Life. Sul set chiunque doveva possedere una tesserino di riconoscimento. La prima scena filmata fu quella del bacio tra Elliott e la sua compagna di classe. La troupe spese i successivi undici giorni spostandosi tra Northridge e Tujunga. I successivi quarantadue giorni si lavorò ai Laird International Studios a Culver City, per gli interni della casa di Elliott. La troupe lavorò in una foresta di sequoie vicino a Crescent City per gli ultimi giorni di produzione.

Una delle cose che aiutò maggiormente i giovani attori, fu il fatto che il film venne girato in ordine cronologico, seguendo l'andamento degli eventi. Spielberg disse a proposito:
« Ci aiutò moltissimo, perché i ragazzi sapevano a livello emotivo, dove si trovavano e non avrebbero avuto idea di dove si sarebbero trovati il giorno dopo. Così, come nella vita vera, ogni giorno era una sorpresa. La loro recitazione non si sarebbe potuta nemmeno definire tale. Era più una reazione agli eventi. »


Quando Michael incontra per la prima volta l' alieno, l'apparizione della creatura fece saltare MacNaughton all'indietro. Questo tipo di ripresa permise ai giovani attori di sentirsi legati con E.T. rendendo le sequenze ospedaliere più commoventi. Spielberg assicurò che non ci sarebbero state marionette sul set così da mantenere l'illussione della presenza di un vero alieno. Per la prima volta nella sua carriera non ha utilizzato storyboard per la maggior parte del film così da permettere una maggiore spontaneità nelle performance. I tre protagonisti vennero inoltre incoraggiati ad improvvisare, inventando dialoghi o singole frasi. La battuta di Gertie, "Non mi piacciono i suoi piedi", quando vede E.T. per la prima volta fu improvvisata da Drew Barrymore, così come l'intera scena tra l'alieno ed Elliott, dove quest'ultimo mostra i suoi giocattoli. Per la scena di Halloween, i ragazzi si presentarono sul set già vestiti con i costumi. Spielberg ricambiò lo scherzo, dirigendo per l'intera giornata vestito da maestra.

Nel film era presente il cameo di Harrison Ford, nel ruolo del preside di Elliott. Spielberg decise di tagliarlo in quanto avrebbe distratto il pubblico dalla storia.

Effetti speciali
« Fu difficile trovare la giusta rappresentazione di E.T., perché volevo qualcosa di speciale. Non volevo che sembrasse un alieno qualsiasi. Doveva essere qualcosa di anatomicamente diverso, in modo che il pubblico non pensasse che quello fosse un nano in una tuta. »
(Steven Spielberg)

Per la creazione dell'alieno protagonista, Spielberg diede diverse istruzioni agli artisti concettuali: E.T. sarebbe dovuto essere alto soltanto un metro, con un collo telescopico e piccoli piedi grassocci. Per la costruzione pratica della creatura, si rivolse a Carlo Rambaldi, che aveva già collaborato con il regista in Incontri ravvicinati del terzo tipo.

Il viso dell'alieno si ispira a quelli di Carl Sandburg, Albert Einstein ed Ernest Hemingway. La produttrice Kathleen Kennedy visitò l'Eye Institute di Jules Stein per studiare gli occhi reali e di vetro. Assunse così gente dell'istituto per creare gli occhi di E.T., che Spielberg ritenne importanti per attirare il pubblico.

Nel gennaio del 1981, sei mesi prima dell'inizio delle riprese, Rambaldi costruì un modello a grandezza naturale di E.T. in creta. Il regista fece dei test per verificare come reagiva il modello di fronte alle luci di scena. Il direttore della fotografia, Allen Daviau, scoprì che queste ultime miglioravano l'aspetto dell'alieno, al quale fu definitivamente applicato il colore marrone. Una delle sfide nella creazione del pupazzo fu quella di rendere realistico il movimento della bocca e della lingua. Il tecnico Steven Townsend riuscì a risolvere il problema, costruendo un meccanismo costituito da sei cavi separati.
Il supervisore agli effetti speciali Dennis Muren vinse l'Oscar per i migliori effetti speciali.

Nell'aprile del 1981, tre E.T. erano stati assemblati: un E.T. meccanico a grandezza naturale, alto 1.2 metri (1.4, estendendo il collo). La testa era lunga circa mezzo metro e veniva controllata da dodici uomini; un modello elettronico, azionato da controlli radio, usato nei primi piani, per le espressioni facciali; una tuta a grandezza naturale, usata dai nani. Vennero costruire anche quattro ulteriori teste, ognuna delle quali poteva essere montata con i vari corpi.

I modelli erano costituiti da uno scheletro di alluminio e ferro, ricoperto da diversi strati di fibra di vetro, poliuretano e gomma. Tutti i modelli meccanici e animatronici di E.T. avevano ottantasette punti di movimento, di cui dieci solo nella faccia. Questo rappresentava, nel 1981, il limite massimo di movimento per un pupazzo.

Due nani, Tamara De Treaux e Pat Bilon, così come il dodicenne Matthew De Meritt, un ragazzo nato senza le gambe, indossavano a turno il costume in base alla scena da filmare. Caprice Roth, un mimo professionista, realizzò le mani di E.T. Il prodotto finale venne realizzato in tre mesi con $1.500.000 di costo.

La Industrial Light & Magic si occupò degli effetti speciali. Il supervisore Dennis Muren curò le scene in cui compare l'astronave degli alieni. Sebbene queste sequenze siano dettagliate e importanti, Spielberg non pose particolare attenzione alla resa finale, in quanto gli interessava sottolineare solo l'aspetto emotivo della pellicola.

Colonna sonora
La colonna sonora del film è stata composta da John Williams, collaboratore abituale di Spielberg. Per il musicista scrivere la musica della pellicola fu difficile, in quanto dovette comporre commenti musicali per scene che non poteva vedere, o di cui visionava la versione provvisoria, senza effetti speciali o suoni. Inoltre dovette creare una composizione che rendesse simpatico un essere all'apparenza brutto come E.T.

Williams ebbe diverse difficoltà nel far aderire la musica alla lunga sequenza finale. Spielberg permise al compositore di scriverla come meglio credeva. In seguito rimontò le scene, in modo che combaciassero con la musica. Per il suo lavoro su E.T. l'extra-terrestre, Williams vinse il suo quarto Oscar. La tracklist è composta da 21 tracce:

1. Main Titles - 1:06
2. Far From Home/E.T. Alone - 6:46
3. Bait for E.T. - 1:44
4. Meeting E.T. - 2:05
5. E.T.'s New Home - 1:38
6. The Beginning of a Friendship - 3:02
7. Toys - 2:43
8. "I'm Keeping Him" - 2:18
9. E.T.'s Powers - 2:42
10. E.T. and Elliott Get Drunk - 2:54
11. Frogs - 2:10
12. At Home - 5:37
13. The Magic of Halloween - 2:52
14. Sending the Signal - 3:56
15. Searching for E.T. - 4:16
16. Invading Elliott's House - 2:21
17. E.T. is Dying - 2:19
18. Losing E.T. - 2:02
19. E.T. is Alive! - 4:06
20. Escape/Chase/Saying Goodbye - 15:01
21. End Credits - 3:49

Citazioni e riferimenti
E.T. l'extra-terrestre cita frequentemente varie pellicole e aspetti degli anni ottanta (giochi, film, programmi televisivi e cibi in voga nel periodo):

* Il film è stato girato in maniera tale che gli adulti, fatta eccezione per la madre dei protagonisti, non siano visti dalla vita in su nella prima metà del film come tributo a Tex Avery.
* Durante il film E.T. guarda alla televisione Un uomo tranquillo e Sesame Street.
* La scena del volo in bicicletta è una citazione del film Miracolo a Milano.
* Tra i giocattoli di Elliott compaiono Greedo e Lando Calrissian, apparsi rispettivamente in Guerre Stellari e Guerre Stellari - L'Impero colpisce ancora.
* Nella scena di Halloween, viene citato un altro personaggio della saga di Guerre Stellari, Yoda, che viene scambiato da E.T. come un suo simile. Durante la scena si può sentire il tema musicale del personaggio, tratto dal film Guerre Stellari - L'Impero colpisce ancora. Spielberg lo inserì come omaggio all'amico George Lucas, dicendo che "La galassia non è poi così tanto grande".
* Diversi elementi del film fanno riferimento a Peter Pan: i bambini sperduti sarebbero i tre protagonisti, E.T. non sarebbe sopravvissuto sulla Terra, così come Peter Pan non sarebbe potuto sopravvivere sull'Isola che non c'è, e i pirati sono rimpiazzati dagli scienziati del governo.

Il comunicatore usato da E.T. nel film

Omaggi e parodie
Nel corso degli anni, E.T. è stato citato e parodiato in moltissimi film (Ritorno al futuro, Fuori di testa, Ghostbusters II, Predator 2, Independence Day e Men in Black) e serie televisive (Alf, Dawson's Creek, I favolosi Tiny, Scrubs - Medici ai primi ferri e Friends):

* Nella serie animata I Simpson diversi episodi contengono parodie al film. In particolare nella puntata La paura fa novanta XVIII, un intero segmento è dedicato alla pellicola.
* Nello show Robot Chicken compare un apocrifo sequel, in cui E.T. torna al suo pianeta natale e viene picchiato dai suoi compagni.
* Nella puntata Cappello libero di South Park, vengono criticati i cambiamenti attuati al film per il ventesimo anniversario.
* Ne L'aereo più pazzo del mondo... sempre più pazzo si nota la mano di E.T. che cerca di chiamare casa.
* Le trame di Il gigante di ferro e A.I. - Intelligenza Artificiale ricordano in parte quella di E.T. l'extra-terrestre.
* Stephen Chow ha affermato che per il suo film CJ7 - Creatura extraterrestre è stato influenzato dalla pellicola di Spielberg.
* Nel film di George Lucas Star Wars: Episodio I - La minaccia fantasma, compaiono in una scena ambientato nel Senato Galattico, un gruppo di alieni simili ad E.T. (chiamati Bambini del pianeta verde), guidati dal senatore Grebleips (Spielberg invertito).
* In Charlie's Angels, la casa vicino alla quale atterra Drew Barrymore è la stessa usata in E.T.
* Ne Be Kind Rewind - Gli acchiappafilm appare un filmato della pellicola.
* In Chicken Little - Amici per le penne, le scene in cui compaiono gli alieni e quando Kirby viene dimenticato sulla Terra sono omaggi al film di Spielberg.
* Nel lungometraggio d'animazione Cars - Motori ruggenti, il personaggi di Carl Attrezzi imita la scena del volo in bicicletta.
* Nella serie animata American Dad, Steve e l'alieno Roger, simulano la scena del volo in bicicletta
* In Shrek 2 l'omino di pan di zenzero gigante, poco prima di sprofondare nel fossato, pronuncia la famosa frase "Fai il bravo".
* Nel maggio 1984 su Mister No, fumetto Sergio Bonelli Editore, al termine della storia fantapolitica Alien, appare E.T., nell'ultima vignetta, e dice "Io sarò sempre qui". Nella storia l'extraterrestre viene immaginato come "trascinato" sulla Terra dall'urto con una capsula spaziale sovietica. A differenza del film, il misterioso alieno resterà imprigionato per sempre in Amazzonia.
* In Star Wars: Episodio III - La vendetta dei Sith, E.T. viene citato nella scena in cui Yoda scappa da Kashyyyk. La sua partenza assomiglia molto a quella del film. Lo scenario è lo stesso: un bosco, di notte, una nave dalla forma ovoidale inquadrata dal basso, la chiusura delle porte e il saluto.
* Nell'episodio Il matrimonio, presente nel film Manuale d'amore 2 - Capitoli successivi, il personaggio di Fosco parla spesso con la sorella di quanto E.T. li divertisse da bambino. Fosco, inoltre, imita spesso l'alieno durante l'episodio.

Accoglienza
« Questo non è semplicemente un buon film. È uno di quei film che spazzano via i nostri timori e conquistano il nostro cuore. »
(Roger Ebert)

E.T. l'extra-terrestre fu proiettato in anteprima a Houston, per poi essere presentato al gala di chiusura del 35° Festival di Cannes, ed infine distribuito negli Stati Uniti d'America l'11 giugno 1982. Nel week-end di apertura debuttò in prima posizione, guadagnando 11 milioni di dollari, per poi mantenere la posizione per sei settimane. Rimase tra la seconda e la prima posizione del botteghino fino a gennaio. Smise di venire proiettato il 3 giugno 1983, con un guadagno di 359.197.037 $ in America, e 664.997.037 $ globalmente, a fronte di un budget stimato intorno a 10.500.000 $. Il film fu ridistribuito il 19 luglio 1985, guadagnando 40 milioni di dollari. Nel 2002, quando fu ri-edito, la pellicola guadagnò 14.223.110 $ durante il primo fine settimana di programmazione e 35.306.015 $ complessivamente.

I critici cinematografici accolsero molto positivamente E.T., arrivando a definirlo un classico. Il The Times pose il film tra i nuovi miti di Hollywood:
« Criticare E.T. in termini ordinari è come criticare le tecniche di struttura dell'Iliade, le motivazioni dei personaggi di Cenerentola o la zoologia di King Kong. Come loro E.T. è passato nell'universo delle mitologie, dove contano solo le leggende. »


Michael Sragow su Rolling Stone definì Spielberg "Un Jean Renoir dell'era spaziale... Per la prima volta, ha messo le sue incredibili capacità al servizio dei suoi sentimenti più profondi." e Leonard Maltin lo incoronò il miglior film dell'anno, sebbene ci furono anche pareri negativi: George Will fu uno dei pochi a non aver apprezzato il film, criticando il fatto che divulgasse sovversive nozioni scientifiche e sull'infanzia, mentre Vincent Canby, del New York Times, criticò il "Riciclaccio spregiudicato di elementei presi da Le avventure di Peter Pan e Il mago di Oz".

Secondi alcuni, E.T. è in realtà un plagio di un progetto del 1967 mai realizzato di Satyajit Ray, intitolato The Alien. Ray ha commentato "E.T. non sarebbe stato possibile senza la mia sceneggiatura" Spielberg negò tali accuse, affermando "Ero un ragazzo alle superiori quando quel copione circolava ad Hollywood."

E.T. l'extra-terrestre ha il 98% di freschezza sul sito Rotten Tomatoes, la percentuale più alta, sul sito, per un film di fantascienza. Ha inoltre il 94% percento di voti positivi sul sito Metacritic. Oltre alle critiche entusiastiche, il presidente Ronald Reagan e la first lady Nancy Reagan rimasero commossi dal film, vedendolo alla Casa Bianca, il 27 giugno 1982, Diana Spencer pianse e François Truffaut, dopo averlo visionato a Cannes, inviò un telegramma a Spielberg, su cui c'era scritto: "Tu meriti di stare qui più di quanto lo meriti io", parafrasando una frase presente in Incontri ravvicinati del terzo tipo. George Lucas disse a Spielberg che il film avrebbe battuto al botteghino il suo Guerre Stellari. Il 17 settembre 1982, il film fu proiettato alle Organizzazione delle Nazioni Unite, dove Spielberg ricevette una medaglia della pace.

Altri critici hanno trovato in alcune scene dei paralleli tra E.T. e Gesù Cristo. Andrew Nigels ha descritto la sorte di E.T. come "Crocifissione da parte degli scienziati militari e resurrezione grazie all'amore e alla fede". Spielberg, comunque, ha negato questa interpretazione, affermando che il film non è una parabola religiosa.

Sequel
Nel luglio del 1982, poco dopo l'uscita del film nei cinema, Spielberg e Mathison scrissero un trattamento per un possibile seguito, intitolato E.T. II: Nocturnal Fears. La storia vedeva Elliott e i suoi amici, catturati da malvagi alieni, tentare di contattare E.T. per chiedergli aiuto. Spielberg cambiò rapidamente idea e soppresse il sequel, dicendo che avrebbe strappato al film la sua innocenza.

In ogni caso un libro che fa da sequel è stato scritto da William Kotzwinkle. Il romanzo, intitolato E.T.: The Book of the Green Planet, narra il ritorno di E.T. sul suo pianeta. Una volta a casa l'alieno scopre che la sua dimora è stata demolita e tenterà di tornare sulla Terra.

Merchandising
Seguendo gli esempi dei grandi blockbuster dell'epoca, come Guerre Stellari e I predatori dell'arca perduta, E.T. fu oggetto di una grande promozione, comprendente pupazzetti, oggetti scolastici, poster, giochi da tavolo, videogiochi, magliette, tazze, diari, action figure e un'attrazione agli Universal Studios, costata 40 milioni di dollari. Diversi oggetti o cibi apparsi nella pellicola divennero, per un breve periodo, di culto. La Mars, Incorporated, ad esempio, trovò E.T. così brutto che si rifiutarono di permettere l'uso di M&M's nel film credendo che E.T. avrebbe spaventato i bambini. Ciò permise all' Hershey's l'opportunità di pubblicizzare i Reese's Pieces, che divennero da quel momento ancora più popolari.

Videogiochi
Molti videogiochi sono stati creati, partendo dalla storia del film. Il primo, fallimentare tentativo risale al 1982, mentre gli ultimi videogiochi sono stati prodotti a partire dal 2002. Sebbene questi ultimi siano passati del tutto inosservati di fronte alla critica e al pubblico, il primo videogioco prodotto rimase famoso per la sua scarsa qualità.

Il 25 luglio 1982 la casa di produzione Atari firmò un accordo con Spielberg per la realizzazione del videogioco di E.T., che sarebbe dovuto uscire nel periodo natalizio. Howard Scott Warshaw, l'autore di Yar's Revenge, venne incaricato della realizzazione del gioco. Le cinque settimane entro le quali il gioco sarebbe dovuto essere completato non permisero a Warshaw di creare un titolo curato in tutti gli aspetti. La critica e il pubblico non accolsero positivamente il gioco, che fu decretato il peggiore mai creato.

La casa produttrice fu costretta a sotterrare cinque milioni di cartucce invendute del gioco in una località del deserto del New Mexico.

Il gioco di E.T. rimase famoso per aver causato la crisi dei videogiochi del 1983.

Edizioni home video
E.T. è stato distribuito nel corso degli anni in vari formati, VHS, laserdisc e DVD:

Il film fu distribuito per la prima volta in VHS e laserdisc il 27 ottobre, 1988; per combattere la pirateria, le videocassette furono colorate di verde. La vendita delle VHS fruttò 75 milioni di dollari soltanto in America, quando ancora il formato non era così popolare come lo sarebbe stato in seguito.

Il 9 dicembre 2002, dopo la riedizione per il ventesimo anniversario, il film fu distribuito in DVD, in varie versioni: a disco singolo, doppio disco o cofanetto, contenente le due versioni del film e vari contenuti bonus.

Edizione del 20° anniversario
« Non ho mai voluto fare un sequel di E.T., ma ho pensato che sarebbe stato grandioso se l'avessi riedito in occasione del ventesimo anniversario, con qualche modifica, per compiacere il perfezionista che è in me, e per il pubblico. »
(Steven Spielberg)

Nel 2002, in occasione del ventesimo anniversario della pellicola, Spielberg decise di ridistribuire E.T., per una nuova generazione, con effetti speciali migliorati, pulizia dei negativi e rimasterizzazione della colonna sonora.

Per ottenere questi risultati, il regista si affidò nuovamente alla Industrial Light & Magic, preservando la continuità artistica e creativa iniziata nel 1981. L'operazione richiese due gruppi, uno dedicato al lato tecnico e l'altro alla supervisione dell'animazione, entrambi a stretto contatti e supervisionati da Spielberg.[4] Inizialmente, i tecnici si occuparono di restaurare i negativi, togliendo graffi, imperfezioni e difetti, per poi modificare alcune espressioni facciali di E.T., ricreare gli sfondi, modificare piccoli elementi (come il mantello di Elliott durante il volo) e, infine, creare una versione in CGI dell'alieno, da utilizzare in alcune scene. Essendo andati perduti tutti i pupazzi di E.T., i realizzatori hanno dovuto ricreare l'alieno basandosi sulle inquadrature del film. L'evoluzione degli effetti speciale nel corso degli anni, ha permesso alla ILM di migliorare alcune scene eliminate, con l'aiuto dell'E.T. in CGI, e poterle includere nel montaggio finale, come la sequenza di E.T. e Elliott in bagno.
Frank Marshall ha svolto il ruolo di produttore per la nuova versione del film.

Altre modifiche sono costituite dalla sostituzione delle armi degli agenti governativi in walkie-talkie. Questa sostituzione è stata voluta dal regista, in quanto, oltre agli allora recenti avvenimenti dell'11 settembre, dopo la nascita dei figli, considerava inappropriato mostrare delle armi nel film. Secondo altre fonti, l'inserimento dei walie-talkie è stata un favore da parte di Spielberg a Drew Barrymore. Allo stesso modo, nella scena di Halloween, Mary impedisce al figlio di vestirsi "Come un terrorista". Nella nuova versione, la parola terrorista è stata sostituita da hippie (sebbene nella sceneggiatura la parola era soldato). Spielberg ha comunque deciso di non inserire il cameo di Harrison Ford.

Durante la prima proiezione del film, Williams ha condotto un'orchestra dal vivo, suonando l'intera colonna sonora in sincrono col film. È un'impresa mai fatta da nessun altro compositore cinematografico.

La nuova versione, uscita il 22 marzo 2002 in America e il 29 marzo in Italia, ha ricevuto una tiepida accoglienza, simile a quella ottenuta dalle edizione speciali di Guerre Stellari: le modifiche sono state viste come un tentativo di rendere il film politicamente corretto. Peter Travers su Rolling Stone ha commentato "Ricordate le armi che brandivano i federali? Grazie ai miracoli del digitale, ora brandiscono dei walkie-talkie ... È questo che due decadi hanno fatto alla libertà di parola?" Chris Hewitt, su Empire scrisse, "Le modifiche sono estremamente di basso profilo, mentre gli effetti della ILM vengono usati come complemento al pupazzo di Rambaldi."

martedì 4 agosto 2009

Il Club Dei Cuori Infranti

TRAMA - L'amicizia è una cosa seria. Anche nei momenti più "leggeri", forse soprattutto: ad esempio durante la festa di compleanno di Danis, un promettente fotografo che sta per condividere con gli amici i suoi "neo" ventotto anni. Gli amici sono Benji (appassionato di ginnastica), Howie (che studia psicologia), Cole (un attore carismatico), Patrick (che gioca il ruolo del cinico), Taylor (bravissima a recitare) e il ristoratore Jack (il vero patriarca del gruppo). Dicevo, l'amicizia è una cosa seria: perché quando meno te l'aspetti il dramma è alle porte, ed allora disponibilità e sentimenti veri (o no?) vengono messi alla prova. Una commedia gay ambientata a Los Angeles e presentata con discreto successo al Sundance Festival: discretamente realizzata anche se un po' di moda, in termini di ambientazione e sviluppo narrativo.

La schede del film

Titolo originale: The Broken Hearts Club: A Romantic Comedy
Paese: Stati Uniti
Anno: 2001
Regia: Greg Berlanti
Sceneggiatura: Greg Berlanti

Interpreti e personaggi
* Timothy Olyphant: Dennis
* Zach Braff: Benji
* Dean Cain: Cole
* Andrew Keegan: Kevin
* Nia Long: Leslie
* John Mahoney: Jack
* Mary McCormack: Anne
* Matt McGrath: Howie
* Billy Porter: Taylor
* Justin Theroux: Marshall
* Michael Bergin: Kip Rogers


domenica 2 agosto 2009

Boy Culture...

Questo film può considerarsi il seguito del piacevole "Eating Out" dello stesso regista. E' una commedia di costume sexy, divertente e decisamente ben fatta. Il film ci introduce all'interno di una possibile e fantastica famiglia gay. "X" è un prostituto trentenne bisognoso di affettività e segretamente innamorato del suo compagno di stanza Andrew (il bellissimo Darryl Stephens che abbiamo potuto ammirare in "Noah's Arc") alle sue prime esperienze nella vita. Poi c'è Joey, un adolescente sessualmente insaziabile, che considerano il loro "figlio" e che completa questo intrigante trio. Quando "X" incontra un maturo ed enigmatico cliente, che gli chiede ogni volta se è l'ora giusta per fare sesso, comincia senza accorgersene ad abbassare la guardia. Da questo momento tutte le relazioni cominciano a complicarsi in modo grottesco, assurdo e intrigante. Il regista sembrerebbe dirci che questa è la nostra obbligata e convenzionale vita gay, ricca comunque di sentimenti veri, intelligenza, onestà ed emozioni forti. Un film che ci fa pensare alle nostre relazioni e che ci lascierà con una smorfia piena di interrogativi personali.

martedì 14 luglio 2009

Gli aristocratici amori bisex di Brideshead

Nel 1925, in una splendida magione della campagna inglese, un pittore diventa amico del figlio gay di un lord e si invaghisce di sua sorella. Scenografie magnificenti ma protagonisti poco espressivi.

“Sodomiti. Senza vergogna. Stanne alla larga!”. Così, senza mezzi termini, il protagonista Charles Ryder viene messo in guardia dal cugino al cospetto dell’eccellenza intellettuale di Oxford - siamo nel 1925 - dove un gruppo di studenti eccentrici e vanesi, con fiore ‘wildiano’ all’occhiello, attira la sua attenzione per i modi teatrali e la vivacità creativa con cui i ragazzi entusiasti declamano poesie e discutono animatamente di letteratura e società. È l’inizio del passabile “Ritorno a Brideshead”, filmone in costume su quel che resta dell’aristocrazia inglese post vittoriana, firmato da Julian Jarrold, regista della commedia drag “Kinky Boots” e del più affine “Becoming Jane”. Il novello collegiale Charles, futuro pittore di umile discendenza (Matthew Goode), diventa amico del figlio di Lord Marchmain, l’omosessuale dichiarato e dal bicchiere facile Sebastian Flyte (Ben Whishaw).

Costui se ne invaghisce e si suppone che tra i due si instauri una relazione non solo platonica - in realtà il regista gestisce la questione in maniera piuttosto ambigua mostrando un unico, pudico bacio sulla bocca - e mentre sembra che Sebastian sia vistosamente stregato da Charles, quest’ultimo è attratto più dal mondo di opulenza accidiosa in cui vive l’aristocratico, ossia una sterminata villa, Brideshead appunto, con parco infinito e fontane monumentali, champagne come acqua fresca e preziose cristallerie. Qui Charles conosce la sorella di Sebastian, la sbarazzina Julia (Hayley Atwell) di cui s’innamora pur essendo promessa in sposa a un neoconvertito (controvoglia, nel rispetto di un tòpos praticamente immutabile in questo genere di film) dall’intransigente mamma ipercattolica, la schietta Lady Marchmain, che sembra molto più scandalizzata dal fatto che Charles sia ateo piuttosto che abbia una relazione col figlio, nei confronti del quale dimostra un’asfissiante protettività.

Tratto dal celebre omonimo romanzo di Evelyn Arthur Waugh, scrittore specializzato in analisi critiche dell’alta società inglese, tradotto in Italia da Bompiani sessant’anni fa, era diventato nel 1981 un serial per la televisione in undici puntate con Jeremy Irons e Anthony Andrews: ciò spiega la notevole densità narrativa del film che scorcia alcuni passaggi anche importanti (il nuovo amante di Sebastian in Marocco, il tedesco Kurt, si intravede nella scena in cui Charles viene mandato da Lady Marchmain a cercare il figlio ma non viene spiegato che Kurt si suiciderà in un campo di concentramento contribuendo al declino psico-fisico di Sebastian) ma perlomeno evita il difetto principale di questi film tendenti inesorabilmente al calligrafico: la noia.

Ciò che resta più impressa è la sontuosa ricostruzione storica e d’ambiente - scenografie magnificenti, costumi accurati, inquadrature pittoriche - mentre fra i tre giovani protagonisti non particolarmente espressivi, pur essendo tutti emergenti (in particolare Ben Whishaw che era a Cannes nei panni del poeta John Keats per “Bright Star” di Jane Campion), manca quella chimica che sarebbe stata necessaria soprattutto nella parte sentimentale del plot e i migliori restano sempre i veterani, ossia un’ineguagliabile Emma Thompson con capigliatura argentea e sguardo spento nel ruolo di Lady Marchmain, un ritrovato Michael Gambon in quello del sardonico marito lord esiliato volontariamente a Venezia, ma rientrato nell’amata Brideshead per trascorrervi gli ultimi giorni di vita, nonché un’invecchiata ma incisiva Greta Scacchi nei panni dell’affettuosa Cara, la sua nuova compagna.

Il rapporto amicale/amoroso tra Sebastian e Charles non viene approfondito adeguatamente (non ci sono certo i tormenti di “Maurice” o “Another Country” e il personaggio di Sebastian a due terzi del film addirittura sparisce dalla narrazione) ma ciò che emerge è soprattutto il senso di tacita tolleranza nei confronti dell’omosessualità in ambiente aristocratico perché accostato a una sorta di vizio in fin dei conti perdonabile.
E c’è molto Ivory in questo film (soprattutto “Casa Howard”, con la magione di famiglia vero centro degli affetti) ma anche una certa freddezza di fondo che impedisce allo spettatore di appassionarsi realmente alle tortuose vicende raccontate.
Si può vedere.


martedì 7 luglio 2009

Mio fratello è figlio unico

Mio fratello è figlio unico

Titolo originale: Mio fratello è figlio unico
Paese: Italia/Francia
Anno: 2006
Durata: 100 min
Genere: drammatico
Regia: Daniele Luchetti
Soggetto: Antonio Pennacchi (romanzo)
Sceneggiatura: Stefano Rulli, Daniele Luchetti, Sandro Petraglia

Interpreti e personaggi

* Elio Germano : Antonio "Accio" Benassi
* Riccardo Scamarcio : Manrico Benassi
* Luca Zingaretti : Mario
* Angela Finocchiaro : Amelia
* Anna Bonaiuto : Bella
* Claudio Botosso
* Ninni Bruschetta
* Ascanio Celestini : Padre Cavalli
* Diane Fleri : Francesca
* Massimo Popolizio : Ettore
* Vittorio Emanuele Propizio : Accio a 13 anni
* Alba Rohrwacher : Violetta Benassi
* Pasquale Sammarco

« Perché un fascista, in famiglia, fa sempre comodo...Un po' come un dottore. »

Mio fratello è figlio unico è un film diretto da Daniele Luchetti, ispirato al libro di Antonio Pennacchi Il fasciocomunista. Lo scrittore, però si è dissociato dal film, sostenendo che soprattutto nella seconda parte siano state tradite le sue reali intenzioni.

Il film, uscito nelle sale italiane il 20 aprile 2007, ha partecipato con successo alla sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes 2007, dove il pubblico in sala gli ha riservato un lungo applauso.

Questo film è riconosciuto come d'interesse culturale nazionale dalla Direzione Generale per il Cinema del Ministero per i Beni e le Attività Culturali italiano, in base alla delibera ministeriale del 30 maggio 2005.

Il titolo trae il nome dall'omonima canzone di Rino Gaetano.

Trama

Il film, ambientato tra gli anni '60 e '70, racconta dei fratelli Benassi, Antonio, detto Accio (Elio Germano) e Manrico (Riccardo Scamarcio).

Accio, dodicenne,entra in seminario. Il sogno da bambino è quello di aiutare gli "ultimi". Accio capisce dopo poco che il seminario non è la sua vita, e torna a Latina. Iniziano i primi contrasti con la famiglia. Fa amicizia con il venditore ambulante di tovaglie del quartiere, Mario, che gli insegna cosa sia il fascismo. Accio, che non è molto più che un ragazzino ribelle, si iscrive al Movimento Sociale Italiano. Suo fratello maggiore, Manrico, è sempre occupato nelle battaglie degli operai. Lavora in fabbrica, fa parte della sezione comunista e organizza spesso scioperi, occupazioni e manifestazioni, spesso scontrandosi con Accio e i suoi compagni di partito. Manrico ha una relazione con una sua compagna di politica, Francesca. Con questa Accio instaura un rapporto di amicizia.

La fede nel fascismo di Accio inizia a vacillare quando blocca Mario e gli altri suoi "amici", decisi a bruciare l'auto di Manrico. La rottura definitiva avviene in occasione di un concerto, durante il quale irrompe un gruppo di fascisti. I rapporti tra Manrico e Accio però si interrompono quando quest'ultimo assiste alla morte di Mario, in realtà vittima di un attacco cardiaco e sulla cui morte nessuno indaga. Accio tuttavia scappa. Dopo un anno passato presso una famiglia, Francesca passa a prendere Accio, chiedendogli di aiutarla ad accudire il figlioletto avuto da lei e Manrico, Amedeo, che il padre non visita da due anni. Accio si rifiuta e per più di un anno di suo fratello e di Francesca non sa nulla.

Un giorno Manrico chiama il fratello, chiedendogli di portargli a Torino i soldi che troverà nascosti nell'armadio, rapinati anni prima sparando al suo datore di lavoro. Arrivato a Torino, Accio chiama Francesca che però butta immediatamente giù il telefono, ma è troppo tardi perché la linea è infatti intercettata dalla polizia, in cerca di Manrico. Dopo un breve inseguimento, Manrico viene ucciso da due poliziotti, e Francesca viene arrestata.

Accio torna a Latina con il piccolo Amedeo. Una notte Accio si introduce nel municipio alla ricerca del fascicolo con le persone assegnatarie delle case popolari. Accio chiama tutti gli assegnatari, compresa la sua famiglia, e li chiama all'occupazione delle nuove case.

La scena finale mostra Accio che guarda il tramonto sul mare dal terrazzo della nuova casa, con un sorriso sulle labbra. Girandosi, ammicca a se stesso bambino. Finalmente Accio ha trovato la serenità, non seguendo (o meglio, lasciandosi trasportare) dagli ideali del fascismo o del comunismo, ma seguendo il sogno altruistico di un bambino, ovvero quello di "aiutare gli ultimi".

Premi

Il film ha vinto il premio come miglior film italiano, ex-aequo con Caos calmo, nella sesta edizione degli Italian Online Movie Awards, il Globo d'Oro della stampa estera in Italia come miglior film ed un David di Donatello per la miglior sceneggiatura.

* 5 David di Donatello 2007: miglior sceneggiatura, attore protagonista (Elio Germano), attrice non protagonista (Angela Finocchiaro), montaggio, suono in presa diretta
* 4 Ciak d'oro 2007: miglior attore protagonista, montaggio, scenografia, costumi
* Festival del Cinema Europeo di Siviglia: Giraldillo de Plata Secciòn Oficial
* 1 Ioma 2008:Miglior film italiano in ex equo con Caos calmo.