giovedì 6 agosto 2009

Truman Capote: La Vita


« New York è il luogo dove nascondersi, smarrire o scoprire se stessi. »

Truman Capote (New Orleans, 30 settembre 1924 – Bel Air, 25 agosto 1984) è stato uno scrittore, giornalista e drammaturgo statunitense.

Figlio di Archulus Persons e Lillie Mae, Truman Steckfus Persons nacque a New Orleans il 30 settembre 1924. Dopo il divorzio dei genitori, dall'età di sei anni, crebbe a Monroeville, in Alabama presso dei parenti. La madre gli faceva occasionalmente visita e lo portava con sé durante gli incontri con i suoi amanti, chiudendolo a chiave al buio in una stanza d'albergo. Il padre, uno sconclusionato sempre alla ricerca di una facile ricchezza, si eclissò e fece la sua ricomparsa solo molti anni dopo, quando Truman era già lo scrittore più famoso degli Stati Uniti, chiedendo soldi e regali. Il piccolo Truman visse una terribile infanzia, con l'unico conforto dell'affetto della cugina Sook e dell'amica del cuore Harper Lee, che diventerà famosa con la pubblicazione del libro "Il buio oltre la siepe" (To kill a mockingbird), vincitore del Premio Pulitzer, romanzo in cui appare un ritratto di Truman nel bambino Dill.

Studente molto dotato, Truman venne sistematicamente isolato e deriso a causa dei suoi modi effeminati e della sua prorompente fantasia, caratteristiche certamente poco apprezzate in uno stato del sud, con l'unica eccezione della sua insegnante di inglese del college. Leggeva qualsiasi cosa gli capitasse tra le mani e all'età di dodici anni aveva già una conoscenza letteraria degna di un adulto colto, vincendo tutti i premi letterari scolastici esistenti.

Trasferitosi a New York con il secondo matrimonio della madre, che disprezzava apertamente, e assunto per dispetto il cognome del patrigno, Joe Capote, Truman si impiegò come fattorino presso la nota rivista letteraria New Yorker pur di cominciare a frequentare il mondo del giornalismo. Presentatosi ad un convegno come inviato della rivista (della quale in realtà era solo uno dei fattorini), provocò involontariamente l'ira del famoso poeta Robert Frost, che protestando con il direttore del New Yorker fece licenziare in tronco Truman.

Pubblicò alcuni racconti su Harper's Bazaar e cominciò a scrivere per il Southern Gothic Novelist che contribuì a costruirne il mito, alimentando la sua fama di personaggio contemporaneamente piacevole e arrogante.

Il racconto Miriam, pubblicato su una rivista femminile, gli decretò un insperato ed eclatante successo. Da allora iniziò a frequentare i salotti mondani di New York, vestendo i panni dell'intellettuale dandy e divenendo ben presto amico di personalità come Jackie Kennedy, Humphrey Bogart, Ronald Reagan, Andy Warhol, Tennessee Williams e molti altri. Un carattere difficile ed irriverente aggravato, agli occhi della società, da una mai nascosta omosessualità, lo condussero lungo tutta la vita sempre ai limiti dell'eccesso.

A imporlo definitivamente come scrittore fu il primo romanzo, Altre voci, altre stanze (1948), storia gotica sull'ambiguità descritta da Capote come "tentativo di esorcizzare i demoni" e successivamente Colazione da Tiffany.

Nel 1954 scrisse assieme al musicista Arold Harlen la sceneggiatura ed i testi delle canzoni per il musical House of Flowers.

Un fatto di cronaca nera, l'assassinio di un'intera famiglia avvenuto nelle campagne del Kansas lo colpì tanto da spingerlo a fare lunghe ricerche e a lavorare per sei anni alla più celebre delle sue opere, A sangue freddo (1966), uscita a puntate sul "New Yorker". Il romanzo fu, nelle intenzioni dell'autore, il capostipite di un nuovo genere letterario, il "romanzo verità", e la sua stesura scosse Truman Capote al punto da fargli dire che "nella mia vita nulla sarà più come prima". In una famosa intervista successiva, Capote affermò che in uno dei due giovani assassini protagonisti del fatto egli aveva intravisto chi sarebbe stato se non avesse intrapreso una vita diversa, uscendo dalla propria triste infanzia dalla porta principale piuttosto che da quella sul retro, come invece accadde per il protagonista del romanzo, accomunato allo scrittore da molti aspetti, la madre alcolizzata, il padre assente, la solitudine, l'abbandono affettivo e il disprezzo della gente.

Il ballo in maschera al Plaza Hotel, il "Ballo in Bianco e Nero", con cui Capote festeggiò l'ultima puntata del romanzo, venne riportato in prima pagina da tutti i giornali e divenne subito un evento - icona; per diverso tempo lo scrittore tenne banco sulle prime pagine dei quotidiani, fianco a fianco agli articoli sui summit Usa-Urss e alle principali notizie di cronaca mondiale.

Nel 1971 il poeta Kenwald Elmslie e il musicista Claibe Richardson sceneggiarono il romanzo autobiografico The Grass Harp in un musical, riscuotendo un magro successo.

Per anni lavorò ad un nuovo romanzo, Preghiere esaudite, che resterà incompiuto: nell'intento dell'autore esso avrebbe dovuto condensare tutto ciò che Capote aveva osservato vivendo a contatto col jet set.

Se A sangue freddo resta l'opera più nota di Capote, Preghiere esaudite ne rappresenta significativamente la parabola discendente. Concepito come un'opera di ispirazione proustiana, un grande affresco del "regno del nulla" rappresentato dalle vicende meschine e fin troppo umane dei divi del jet set newyorkese, in realtà il romanzo costò a Truman l'amicizia di tutti i suoi ricchi amici, eccetto pochissime eccezioni. Da quel momento Capote scivolò in una spirale senza via d'uscita di alcolismo e tossicodipendenza.

"Sono un alcolizzato. Sono un tossicomane. Sono un omosessuale. Sono un genio." Così titolava un giornale di New York di quel periodo, pubblicizzando un'intervista allo scrittore; la sua controversa figura è tuttora oggetto di discussioni e dibattiti, la sua esistenza estetizzante e distruttiva ne fa un Oscar Wilde contemporaneo o, come ha scritto James Michener: "Il Thomas Chatterton moderno: senza dubbio brillante, senza dubbio incandescente, senza dubbio maledetto".

L'ultimo periodo della sua vita fu contrassegnato da relazioni fallimentari con uomini che ebbero come unico fine il suo denaro; Truman, ormai intossicato dai sonniferi, sviluppò una grave forma di epilessia, che unita all'abuso di superalcolici ne compromise velocemente la salute. Ritiratosi dal bel mondo, rinnegato dai divi della high society, sfruttato dagli amanti e abbandonato da Jack, il compagno di sempre, Capote passò intere settimane a letto, a bere e dormire: in una di queste fasi di ritiro venne soccorso da due degli amici rimasti, che lo trovarono in stato di semi incoscienza, coperto di feci e bottiglie vuote di vodka.

Venne ricoverato varie volte in ospedale a New York e intraprese due percorsi di disintossicazione che non sortirono effetti apprezzabili a lungo termine.

Truman Capote morì per una cirrosi epatica il 25 agosto 1984, mentre si trovava a Los Angeles, ospite della fedele amica Joanne Carson. "Mamma..." fu l'ultima parola che pronunciò prima di spirare.

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