sabato 16 maggio 2009

L'ABC della Deriva

L'ABC della deriva

In queste pagine vengono riportate alcune nozioni sulla conduzione di un'imbarcazione a vela a deriva mobile o, piu' semplicemente, deriva.
Oltre alla pratica in mare e' necessario anche qualche concetto. In questo documento sono riportati i principali.

L'imbarcazione

La parte anteriore della barca si chiama prua, la parte posteriore poppa, la destra si dice dritta (ma anche destra), la sinistra si dice sinistra. La parte dell'imbarcazione rivolta al vento e' detta sopravento, la parte opposta sottovento. La parte immersa dello scafo e' chiamata opera viva, la parte emersa opera morta.
La deriva e' la pinna che evita lo scarroccio all'imbarcazione. La deriva e' di legno o materiale plastico ed e' mobile: puo' essere sollevata o inclinata per diminuire la resistenza all'avanzamento nelle andature portanti. Anche la pala del timone presenta una resistenza allo scarroccio oltre a consentire la direzione dell'imbarcazione. La pala e' fissata allo scafo con gli agugliotti che debbono essere inseriti nelle femminelle. Il timone e' governato con un barra spesso prolungata con uno stick. La proiezione sull'asse longitudinale dell'opera viva e' chiamato piano di deriva ed il suo centro centro di deriva.

La distribuzione del peso sull'imbarcazione ha molta importanza. L'equipaggio si tiene generalmente sopravento per contrastare l'azione del vento. In condizioni di vento scarso l'equipaggio si distribuisce per mantere in assetto l'imbarcazione. In ogni caso il timoniere resta sopravento mentre il prodiere ha il compito di far mantenere l'assetto all'imbarcazione. Sulle imbarcazioni e' spesso presente il trapezio che consente di spostare il proprio peso all'esterno.

In fondo alla deriva spesso si raccoglie un po' d'acqua... nessun problema: basta sgottare con la sassola!

Le vele

L'albero ha la funzione di sostenere le vele. L'albero e' sostenuto dalle manovre fisse o dormienti che sono generalmente cavi metallici. L'albero e' sostenuto anteriormente dallo strallo. Lateralmente l'albero e' sostenuto dalle sartie. Le sartie per offrire maggior stabilita' sono appoggiate sulle crocette. Le crocette si dicono aqquartierate se sono rivolte verso poppa ed in questo caso sostengono anche posteriormente l'albero. L'albero attraversa la coperta in un buco detto scassa e si appoggia allo scafo sulla mastra in un punto che spesso, per la forma, prende il nome di bicchiere. Sull'albero e' fissato un braccio orrizzontale detto boma. Non tutti gli elementi descritti sono presenti su tutte le derive, le crocette molto aqquartierate permettono di non utilizzare il paterazzo e, sulle barche piu' semplici, l'albero e' fissato solo sullo scafo.

All'albero sono issate le vele. La vela anteriore e' detta fiocco, la vela posteriore e' detta randa. Gli angoli ed i lati delle vele hanno nomi precisi. L'angolo superiore e' detto penna, l'angolo a pruavia e' detto mura, l'angolo a poppavia e' detto bugna. Il lato tra la mura e la penna e' detto inferitura, il lato tra la penna e la bugna e' detto balumina o caduta, il lato tra la bugna e la mura e' detto base. Le vele hanno una forma tridimensionale che viene realizzata cucendo assieme i ferzi.
Le vele sono issate e regolate con le manovre mobili. La drizza e' utilizzata per issare la vela all'albero. La scotta e' utilizzata per la regolazione della vela. Per aiutare le manovre vi sono bozzelli, stopper, strozzascotte e winch (arganelli).

Il fiocco ha il punto di mura a prua ed e' generalmente murato su un anello a prua da un grillo. Il fiocco e' inferito sullo strallo o direttamente nello strallo. La penna e' issata sull'albero dalla drizza. Lo strallo non arriva sempre alla testa dell'albero. Ad esempio nel caso in cui lo strallo arrivi ai 7/8 dell'albero si dice e' armato a 7/8. Sulla bugna del fiocco si incocciano le due scotte del fiocco per la sua regolazione.

La randa ha il punto di mura nell'angolo tra l'albero ed il boma. Le ralinghe lungo l'inferitura della randa si infilano in una canaletta sull'albero. La drizza della randa issa la penna in testa all'albero. La scotta della randa viene fissata sul boma ed attraversa generalmente diversi bozzelli che hanno lo scopo di demoltiplicare la forza da impegnare sulla scotta. La randa e' irrigidita sulla balumina da una serie di stecche. Il boma e' sostenuto superiormente dalla vela e viene spinto verso il basso dal caricabasso o dal vang.

Simile al fiocco ma non inferito sullo strallo e' il gennaker o spinnaker asimmetrico: una vela leggera adatta ad andature con il vento in favore. Si usa in alternativa al fiocco e viene spesso murata sul bompresso.
Una vela molto bella e' lo spinnaker (detto spesso anche spi). E' una vela leggera, che offre una superficie velica molto grande, da utilizzare nelle andature portanti ed e' spesso riccamente colorata. Sono necessarie diverse manovre per regolare lo spinnaker. Il tangone e' fissato anteriormente all'albero. E' sostenuto dall'alto e vincolato dal basso. Il punto di mura dello spinnaker e' sull'estremita' del tangone (varea). La regolazione laterale si effettua con il braccio (che e' il nome che prende la scotta in varea).

Il punto su cui si applica la risultante della forza del vento su tutte le vele si chiama centro velico. La relazione tra il centro velico ed il centro di deriva e' molto importante poiche' determina il comportamento dell'imbarcazione.

In navigazione

Poiche' l'unica forza di propulsione e' quella del vento e' molto importante la rotta che si segue rispetto alla direzione del vento: l'andatura.

Quando il vento e l'imbarcazione procedono esattamente nella stessa direzione l'andatura e' detta di poppa o a fil di ruota. Le vele sono stese al massimo per raccogliere il vento. E' anche possibile disporre il fiocco e la randa sui due lati opposti: andatura a farfalla.
Stringendo un poco il vento si ha l'andatura di lasco. Il vento proviene dal mascone di poppa. Le vele sono molto larghe e dallo stesso lato. Quando il lasco e' vicino all'andatura di poppa viene detto gran lasco. Generalmente il lasco e' un'andatura piu' veloce della poppa e piu' sicura (non si rischiano strambate involontarie... ma lo vedremo piu' avanti!).
Quando il vento proviene dal traverso l'andatura si dice al traverso! Le vele sono maggiormente raccolte verso il centro della barca per meglio prendere il vento.
Se il vento proviene dalla parte anteriore della barca si riesce comunque a procedere. L'andatura controvento e' detta bolina. A differenza delle andature portanti in cui si sfrutta direttamente la spinta del vento sulle vele, nella bolina si sfrutta un effetto aeredinamico analogo a quello delle ali. I filetti d'aria che passano sulla parte convessa esterna hanno maggior velocita' rispetto ai filetti d'aria che passano sulla parte interna della vela e creano un effetto depressivo che spinge la vela in avanti. Le vele sono molto strette e debbono essere ben regolate per ottenere la spinta nella direzione voluta. Quando si procede nella direzione piu' controvento possibile si dice che si fa una bolina stretta. L'angolo rispetto al vento della bolina stretta dipende da molteplici fattori (struttura dell'imbracazione, qualita' delle vele, forza del vento, presenza di onde, capacita' del timoniere, ...) ma generalmente si considera limite un angolo di 45 gradi.
Esattamente controvento non e' possibile andare. Pertanto nel settore morto non vi sono andature possibili ed e' necessario bordeggiare di bolina per risalire il vento.

Il vento che le vele sentono non e' il vento reale ma e' il vento apparente dato dalla risultante del vento reale e dal movimento dell'imbarcazione.
Se si procede in poppa con un vento reale di 6 nodi alla velocita' di 4 nodi la risultante sara' un leggero vento da poppa di 2 nodi. La sensazione sara' di un vento leggero. Se invece si procede di bolina stretta a 4 nodi con lo stesso vento la risultante sara' un vento di circa 8 nodi che apparira' provenire piu' a pruavia del vento reale. La sensazione sara' quindi di un vento assai piu' forte!
Il vento apparente e' molto importante per la regolazione delle vele nelle diverse andature.

Quando si porta la barca maggiormente contro la direzione del vento si orza. Quando si porta la barca maggiormente verso la direzione del vento si poggia.
Per orzare bisogna allontanare il timone da se (se ci si trova sopravento). Per poggare bisogna avvicinare il timone a se.
Se il centro velico e' a poppavia rispetto al centro di deriva la barca e' orziera altrimenti tende a poggiare. Si tratta di una caratteristica molto importante dell'imbarcazione. Infatti un forte sbilanciamento rende la barca poco manovrabile.

Le manovre

La variazione di andatura comporta la regolazione delle vele. Nelle andature portanti le vele debbono essere maggiormente aperte. Nelle andature controvento le vele invece debbono essere maggiormente strette.
La regolazione principale si effettua con le scotte lascando le vele quando si poggia e cazzando le vele quando si orza. I filetti posti sulle vele consentono di controllarne la regolazione. Su una deriva la regolazione delle vele e' continua per sfruttare al meglio il vento, cosi' come si deve porre attenzione all'assetto dell'imbarcazione (sia longitudinale che trasversale). Se una deriva e' ben condotta con il vento giusto puo' essere fatta planare e consente il surf sulle onde...

Quando si passa da un bordo di bolina a quello opposto si effettua una manovra che prende il nome di virata. Nella virata si parte da una bolina stretta e si orza con decisione. La prua passa nel letto del vento, le vele fileggiano e quindi si passa sul nuovo bordo cazzando la scotta sottovento del fiocco per il prodiere ed invertendo i comandi della scotta randa e del timone per il timoniere.
La manovra va eseguita con coordinazione altrimenti non riesce. L'imbarcazione infatti passa nel settore morto in cui procede esattamente contro vento ed e' necessaria la giusta velocita' nell'esecuzione della manovra. Nel caso in cui la manovra non riesca e' necessario poggiare per far nuovamente prendere velocita' alla barca e riprovare.

La manovra per passare da un lato all'altro del lasco prende il nome di strambata o abbattuta. Nella strambata si parte da un lasco e si poggia con decisione. La poppa passa nel letto del vento, il fiocco passa dolcemente sull'altro bordo ma la randa puo' passare in modo violento. Percio' spesso si aiuta la manovra abbattendo la randa con la mano. Anche al termine della strambata vanno invertiti i comandi. La manovra va eseguita correttamente altrimenti c'e' il rischio che il boma si abbatta violentemente sul lato sottovento colpendo l'equipaggio o causando danni all'imbarcazione.
La manovra risulta piu' complessa se utilizza lo spinnaker. In questo caso il prodiere deve portare il tangone sul lato sopravento.

Quanto riportato riguarda le manovre di base. Altre regolazioni piu' fini si effettuano utilizzando la deriva, il carrello, il trasto della randa, il vang, il cunningham, la ghinda, il barber, l'archetto, il caricabasso, la base, il picco, il meolo (serve per regolare la tensione della balumina e l'ho evidenziato solo perche' il nome mi assomiglia)...
Mentre le regolazioni del piede dell'albero, dell'angolo delle crocette, della tensione delle sartie, del rake, la scelta delle vele, ... vengono effettuate tipicamente a terra durante l'armo dell'imbarcazione.


I nodi
Poiche' la regolazione delle vele, l'ormeggio e la maggior parte delle attivita' svolte sulla barca a vela coinvolgono cime e' naturalmente molto importante conoscere bene i principali nodi.

Ciascun nodo ha la sua funzione e caratteristica. Un nodo errato rischia di sciogliersi o, peggio, non sciogliersi piu', rendendo pericolosa la manovra.

I nodi principali sono:

* Nodo savoia
* Nodo parlato
* Gassa d'amante
* Nodo piano
* Nodo cappuccino

In realta' i nodi sono moltissimi ed alcuni sono veramente artistici. L'unico modo per imparare a fare i nodi e'... farli! Quindi buon divertimento!


I venti

I venti prendono un nome diverso a secondo della direzione da cui provengono: la rosa dei venti:

* Nord: Tramontana
* Nord-Est: Grecale
* Est: Levante
* Sud-Est: Scirocco
* Sud: Mezzogiorno
* Sud-Ovest: Libeccio
* Ovest: Ponente
* Nord-Ovest: Maestrale

Ogni zona del mondo ha i propri "venti". Il maestrale in Costa Azzurra prende il nome di Mistral. La tramontana in Adriatico e' nota come Bora. ...

La velocita' del vento viene misurata in nodi con una scala numerica da 0 a 12: la scala Beaufort.
Forza*Velocita'*Descrizione
0*0-1*Calma
1*1-3*Bava di vento
2*4-6*Brezza leggera
3*7-10*Brezza tesa
4*11-16*Vento moderato
5*17-21*Vento teso
6*22-27*Vento fresco
7*28-33*Vento forte
8*34-40*Burrasca
9*41-47*Burrasca forte
10*48-55*Tempesta
11*56-63*Tempesta violenta
12*>=64*Uragano

Il "codice del mare"

In mare non vi sono cartelli stradali o semafori. Tuttavia vi sono regole e segnali ben precisi da conoscere e rispettare. La trattazione di tutti questi elementi sarebbe molto lunga e vi sono parecchi libri che la contengono. Alcune norme sono antichissime (l'uomo naviga da millenni e guida solo da un centinaio di anni). Le norme principali sono universalmente accettate ed applicate in tutte le situazioni. Naturalmente qui diamo solo qualche accenno.

Una barca che procede a motore deve dare la precedenza, lasciando libera la rotta, ad una barca che procede a vela. Una barca che procede a vela deve dare la precedenza ad una barca che procede a remi. Qualsiasi barca deve dare precedenza ad imbarcazioni che hanno difficolta' di manovra. In porto e dove le acque sono limitate si tiene la destra. Tra due imbarcazioni che procedono a vela ha precedenza quella con le mure a dritta (il vento che proviene da destra). Tra due imbarcazioni che procedono sulle stesse mura ha precedenza quella con l'andatura piu' stretta (la bolina ha precedenza rispetto al traverso e questo ha precedenza sul lasco).
La manovra di lasciare libera la rotta deve essere tempestiva e precisa per non lasciare dubbi sulla sua esecuzione.

In regata valgono le stesse regole ma se ne aggiungono altre relative alle procedure di partenza, all'ingaggio, al passaggio delle boe, alle bandiere, ...

Le derive piu' diffuse

Descrivere in dettaglio tutte le derive e' impossibile! Ma vogliamo almeno riportare qualche breve indicazione su alcune delle piu' diffuse:

* Optimist (lun ft 2.3, baglio 1.13, peso 35, s.v. 3.25)
E' la prima deriva per eccellenza. E' una barca manovrata dal solo timoniere, semplice, robusta, leggera, inaffondabile, con bordi alti e squadrati, ... la piu' adatta ad introdurre la vela ai piu' giovani.
Ha una sola vela, la randa, di forma quadrangolare con la penna sostenuta dal picco e la gola sull'albero. Non ha sartie e l'albero si appoggia nel bicchiere.
* L'Equipe (lun ft 3.9, baglio 1.45, peso 63, s.v. 16)
Deriva per un equipaggio di due giovani (dai 12 ai 15 anni). Leggera e veloce. Dispone di fiocco, randa e spi ed e' completa in tutte le manovre.
* 420 (lun ft 4.2, baglio 1.63, peso 100, s.v. 20)
Deriva impegnativa per l'ampia superficie velica della sua randa. Quasi subito il prodiere si deve impegnare al trapezio!
* 470 (lun ft 4.7, baglio 1.68, peso 115, s.v. 26)
Deriva olimpica dalle ottime prestazioni. Le imbarcazioni piu' recenti sono molto tecniche.
* Laser (lun ft 4.23, baglio 1.37, peso 56.7, s.v. 7.06/5.7/4.7)
Deriva ad un solo posto con la sola randa ma molto impegnativa. Un errore e... si scuffia! Lo scafo e' leggero ed essenziale. Sono possibili tre differenti armi che cambiano solo per l'albero (o parti di esso) e per il taglio delle vele: standard, radial, 4.7.
* Flying junior (lun ft 4.03, baglio 1.5, peso 90, s.v. 9.30)
Bella imbarcazione che, nonostante l'eta', e' ancora assai diffusa. Giustamente perche' ha ottime doti nautiche.
* Snipe (lun ft 4.72, baglio 1.52, peso 173, s.v. 10.8)
Altra imbarcazione storica molto nota in Italia con il nome di beccaccino. Ha uno scafo con spigolo vivo ed e' adatta a tutte le condizioni di vento. Nelle andature portanti utilizza un tangone per mettere il fiocco a farfalla.

Sicurezza

Da ultimo un argomento importantissimo: la sicurezza.
La sicurezza in mare e' fondamentale. Oltre a dover avere sulla barca tutte le dotazioni di sicurezza (cosa per altro obbligatoria per legge) e' necessario mantenere sempre un comportamento prudente.

La pratica della deriva e' sicura se si seguono alcune semplici regole.

* Indossare sempre il giubbotto salvagente
* Seguire le indicazioni dell’istruttore
* Navigare in gruppo
* Rimanere calmi in tutte le circostanze
* Non abbandonare la barca, neanche in caso di scuffia
* Verificare il meteo e controllare l'evoluzione del tempo
* Rispettare le leggi e le regole del mare
* Non urtare le altre barche, attenti alle dita!
* Imparare i segnali di pericolo e di allarme
* Imparare a nuotare bene e non superare i propri limiti


Nessun commento:

Posta un commento