Il giorno dopo la manifestazione anti-omofobia, una coppia gay è stata aggredita nei pressi di via del Corso, oggi pomeriggio intorno alle 14. I due si trovavano a piedi in via del Collegio Romano, quando sono stati avvicinati da sei giovanissimi, su tre motorini. Il più giovane dei due, Francesco, di 25 anni, è stato colpito con il casco sulla testa e all’inguine. “Abbiamo sentito le vittime dell’aggressione – aggiunge Marrazzo – a cui abbiamo espresso la nostra vicinanza e solidarietà e forniremo loro tutto il nostro supporto. A colpirci è soprattutto l’età dei giovanissimi aggressori, e il fatto che abbiano urlato slogan neofascisti prima di scagliarsi contro la coppia gay”. I sei aggressori, infatti, avrebbero urlato “Camerati”.
A denunciare il fatto è Massimo Fusillo, il compagno di Francesco e presidente di un’associazione di orientamento gay, “Leather Club Roma“. “Eravamo appena usciti da Palazzo Venezia – ha raccontato Fusillo – dopo aver visitato la mostra, volevamo andare a pranzare in un ristorante al Pantheon. Ci siamo incamminati lungo via del Corso e abbiamo deciso di tagliare per una delle stradine laterali quando,ad un certo punto, siamo stati avvicinati da sei ragazzi in motorino: erano giovanissimi, forse dai 16 ai 18 anni“. L’ipotesi di Fusillo è che ad attirare l’attenzione degli aggressori sia stato l’abbigliamento della coppia gay, che indossava capi in stile “Skinhead SHARP” (quest’ultimo è l’acronimo di kinhead against racial prejudice, ovvero contro il pregiudizio razziale), tra cui anche i classici lacci delle scarpe gialli. «Forse – ha spiegato – hanno visto il nostro modo di vestire come un affronto o forse hanno solo capito che siamo una coppia gay, anche se in quel momento non ci stavamo neanche scambiando effusioni. Ci hanno avvicinato, erano alle nostre spalle, ci hanno fatto il saluto romano, ma noi non abbiamo risposto, poi ci hanno più volte gridato “camerati”. Io ho cominciato a correre verso via del Corso pensando che anche il mio compagno lo stesse facendo ed invece è rimasto indietro. Il tempo di accorgermene e lo avevano già aggredito. “Io non sono fascista”. ha gridato Francesco mentre i suoi aggressori fuggivano in sella agli scooter diretti verso piazza Venezia. “Appunto, lo siamo noi”, hanno risposto. I due fidanzati sono stati immediatamente soccorsi da alcuni turisti italiani per poi andare a raccontare il fatto agli uomini della polizia municipale che erano in un’auto nelle vicinanze. «Ci hanno consigliato di prendere un taxi – ha concluso Fusillo – ma ci aspettavano di essere almeno accompagnati ed invece, sconvolti, ci siamo incamminati da soli a piedi verso piazza San Silvestro».
Mi fa rabbrividire l’idea che dei 16enni facciano saluti romani e urlini “camerati”. Ma i genitori?
Aggiornamento/In serata, Francesco, il ragazzo aggredito, ha detto di “avere paura”. Questa, per lui, non è la prima aggressione. “Ora ho paura, ho paura di essere me stesso e di esprimere la mia personalita’, anche nel vestire. In quegli attimi mi sono sentito davvero solo. In meno di un anno che mi sono trasferito a Roma da Lecce ho gia’ subito due aggressioni. Sono scappato dalla mia citta’ perche’ non mi sentivo libero ma oggi ho capito che Roma ha una mentalita’ ancora più chiusa. Ma a camminare con la testa bassa non ci sto, la vera sfida e’ rimanere qui, perche’ i problemi non si risolvono scappando”. Nei prossimi giorni il venticinquenne ha detto che sporgera’ denuncia alla Procura contro ignoti, anche con l’assistenza legale dell’Arcigay. Intanto rimane la paura per un gesto “che più che un danno fisico, – ha detto – mi ha provocato un danno morale e psicolgico. In fondo ho solo una contusione ad un dito, poteva andarmi peggio”. Solo 6 mesi fa a viale Marconi, ha raccontato Francesco, c’e’ stata la prima aggressione. “Due nazisti mi hanno avvicinato minacciosi perche’ sono gay e skinhead di sinistra” ha raccontato. “Mi hanno rapinato e minacciato con un coltello. Mi hanno detto che se mi facevo rivedere in giro vestito cosi’ mi avrebbero tagliato la gola” ha concluso.
Fonte: River
A denunciare il fatto è Massimo Fusillo, il compagno di Francesco e presidente di un’associazione di orientamento gay, “Leather Club Roma“. “Eravamo appena usciti da Palazzo Venezia – ha raccontato Fusillo – dopo aver visitato la mostra, volevamo andare a pranzare in un ristorante al Pantheon. Ci siamo incamminati lungo via del Corso e abbiamo deciso di tagliare per una delle stradine laterali quando,ad un certo punto, siamo stati avvicinati da sei ragazzi in motorino: erano giovanissimi, forse dai 16 ai 18 anni“. L’ipotesi di Fusillo è che ad attirare l’attenzione degli aggressori sia stato l’abbigliamento della coppia gay, che indossava capi in stile “Skinhead SHARP” (quest’ultimo è l’acronimo di kinhead against racial prejudice, ovvero contro il pregiudizio razziale), tra cui anche i classici lacci delle scarpe gialli. «Forse – ha spiegato – hanno visto il nostro modo di vestire come un affronto o forse hanno solo capito che siamo una coppia gay, anche se in quel momento non ci stavamo neanche scambiando effusioni. Ci hanno avvicinato, erano alle nostre spalle, ci hanno fatto il saluto romano, ma noi non abbiamo risposto, poi ci hanno più volte gridato “camerati”. Io ho cominciato a correre verso via del Corso pensando che anche il mio compagno lo stesse facendo ed invece è rimasto indietro. Il tempo di accorgermene e lo avevano già aggredito. “Io non sono fascista”. ha gridato Francesco mentre i suoi aggressori fuggivano in sella agli scooter diretti verso piazza Venezia. “Appunto, lo siamo noi”, hanno risposto. I due fidanzati sono stati immediatamente soccorsi da alcuni turisti italiani per poi andare a raccontare il fatto agli uomini della polizia municipale che erano in un’auto nelle vicinanze. «Ci hanno consigliato di prendere un taxi – ha concluso Fusillo – ma ci aspettavano di essere almeno accompagnati ed invece, sconvolti, ci siamo incamminati da soli a piedi verso piazza San Silvestro».
Mi fa rabbrividire l’idea che dei 16enni facciano saluti romani e urlini “camerati”. Ma i genitori?
Aggiornamento/In serata, Francesco, il ragazzo aggredito, ha detto di “avere paura”. Questa, per lui, non è la prima aggressione. “Ora ho paura, ho paura di essere me stesso e di esprimere la mia personalita’, anche nel vestire. In quegli attimi mi sono sentito davvero solo. In meno di un anno che mi sono trasferito a Roma da Lecce ho gia’ subito due aggressioni. Sono scappato dalla mia citta’ perche’ non mi sentivo libero ma oggi ho capito che Roma ha una mentalita’ ancora più chiusa. Ma a camminare con la testa bassa non ci sto, la vera sfida e’ rimanere qui, perche’ i problemi non si risolvono scappando”. Nei prossimi giorni il venticinquenne ha detto che sporgera’ denuncia alla Procura contro ignoti, anche con l’assistenza legale dell’Arcigay. Intanto rimane la paura per un gesto “che più che un danno fisico, – ha detto – mi ha provocato un danno morale e psicolgico. In fondo ho solo una contusione ad un dito, poteva andarmi peggio”. Solo 6 mesi fa a viale Marconi, ha raccontato Francesco, c’e’ stata la prima aggressione. “Due nazisti mi hanno avvicinato minacciosi perche’ sono gay e skinhead di sinistra” ha raccontato. “Mi hanno rapinato e minacciato con un coltello. Mi hanno detto che se mi facevo rivedere in giro vestito cosi’ mi avrebbero tagliato la gola” ha concluso.
Fonte: River
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