Forse il cinema aiuta ad aprire gli occhi agli spettatori, quando il filone del racconto è quello a tematica omosessuale, suggerisce una certa libertà e magari riesce a far riflettere quell’Italia bigotta e crudele che ha passato l’estate a dar di bastone e fuoco contro le persone e i locali glbt. O forse, il cinema resta un sogno dove ognuno di noi assorbe la storia, magari si commuove e usciti dalla sala nulla cambia sulle idee e l’omofobia.
In questi giorni di Rassegna del Cinema a Venezia, il Lido trionfa di personaggi noti, di star e starlette, ma mai dicono gli addetti al lavoro, tante pellicole si sono occupate della tematica omosessuale. Su settantasette film presenti in tutte le sezioni della Rassegna veneziana, ventuno si occupano di raccontare storie a tematica omosessuale.
Gongola Marco Müller, direttore della Mostra, perché sa che oltre ad essere dei bei film, si vanno a toccare temi e argomenti che verranno discussi anche quando si spegneranno i riflettori e le pellicole sbarcheranno nelle sale cinematografiche.
Contento anche Daniel N. Casagrande che cura da general manager il Queer Lion Award, il premio che spetterà alla pellicola a tematica omosessuale più votata e piaciuta. Il Queer Lion Award verrà assegnato l’11 settembre e, viste le ottime pellicole, i giurati avranno davvero un compito arduo. Su quelle 21 pellicole a tematica omosex, Daniel dice:
“È la prima volta che abbiamo una tale quantità di opere su problematiche omosessuali l’11 settembre -. Noi ne abbiamo scelti 18, lasciando fuori “A great directors” di Angela Ismailos, perché arrivato troppo tardi per selezionarlo; “Il principe delle lacrime” di Yonfan, perché il risvolto lesbo è una sorpresa della trama; e “Life during wartime” di Todd Solondz perché affronta il tema delicato della pedofilia. In corsa per il Queer ne abbiamo uno del concorso, “A single man” di Tom Ford (in corsa sia per il Leone d’Oro che per il Queer Lion Awards ndr.), e cinque italiani: “Io sono l’amore” di Guadagnino, “L’amore e basta” di Stefano Consiglio; “Il compleanno” di Filiberti, con Alessandro Gassman, “Poeti” di D’Angelo e “Good morning Aman” di Noce, con Valerio Mastandrea“.
Pare invece scarsa la presenza di film che riguarda l’amore tra donne. Una tra le più significanti «Choi voi» del vietnamita Thac Chuyen Bui. Insomma, la prossima stagione cinematografica parlerà anche omosessualità, sperando che il pubblico ne tragga beneficio per costruire, anche attraverso una storia cinematografica, nuove idee che disturbino e annullino tutta quella omofobia che in questo periodo l’ha fatta da padrone nella nostra penisola.
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