Dopo 24h di viaggio si ritorna finalmente a casa. Il viaggio è l'occasione per riflettere sulla situazione in cui ci troviamo, ritardi e disservizi vari, rendono il ritorno a casa una specie di film stile Apollo 13 di Ron Howard. Vedi la terra dal finestrino del tuo oblò, ma non sai se ci arriverai. La partenza, con Alitalia, era prevista alle 21h, slittata alle 23.15 a causa di un guasto tecnico, almeno così ci hanno riferito. L'arrivo a Catania è stato alle 00.45, e da lì, dopo avere recuperato la valigia, c'è stata la ricerca spasmodica per uu taxi. Questo lo spaccato di una Italia che non funziona, e di una Alitalia che funziona ancora meno, dopo il suo salvataggio... Abbiamo una compagnia aerea che va di male in peggio, hostess scortesi ai check in, il malcontento è visibile. Dopo un viaggio così anche l'essere a Catania non è stato come me lo aspettavo, ero letteralemte distrutto. Nonostante ciò, ho voluto lo stesso uscire per una birra, andando al pub che storicamente frequentavo quando abitavo a Catania. La gente sempre uguale, e sempre uguali i ragazzi copertina, anche con la calura estiva visibilmente vestiti bene e immancabilmente griffati D&G a dispetto dell'umidità e del caldo soffocante. Io sembravo un barbone. Riti sempre uguali, che riflettono la staticità della Sicilia, il suo essere sempre ferma, nessuna evoluzione. Ad un certo punto mi sono reso conto che forse era meglio se fossi ritornato a casa a dormire, non senza prima avere assaggiato un arancino. La Sicilia in fondo è anche questo.
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