Il mio umore nero in questi giorni doveva pur sfociare da qualche parte, il mio desiderio di pace non riesce a trovare conferma, il mio tormento e il mio disagio nei confronti di questo mondo mi perseguitano. La morte di una prozia mi fa riflettere, le visite di amici mi salvano dalla mia tormentata solitudine. Nel mio pianeta io sono immaturo, non accetto il fatto che su questo mondo siamo soli, giorno dopo giorno, mi sconvolge l'idea di questa esistenza triste e buia. Inorridisco al pensiero dei miei giorni futuri, perchè la morte in fondo è anche un tirarsi via dalla ruota del carro, è il non dover sopportare più le fatiche di ogni giorno, e il dover combattere. Per uno come me che ha gettato la spugna molto tempo fa, cerco di trovare ogni giorno un appiglio per rendere giustizia alla mia giornata, cerco con tutte le mie forze di dare un senso ad una vita e ad una prospettiva di vita futura che in fondo non ho. Ce l'ho fatta in molte cose, e anche in extremis, ma adesso mi sento in un labirinto nel quale preferisco crogiolarmi e perdermi, piuttosto che trovare la via d'uscita o una soluzione reale. Cerco di vedere fino a che punto posso farmi male con i miei pensieri, voglio vedere fino a che punto riesco a sopportare il mio farmi male. Riesco sempre a tornare indietro, ma mi richiudo sempre in me stesso. E delle infinite porte e possibilità, so già sempre che sceglierò quella sbagliata... Perchè in fondo io non voglio scegliere e perchè in fondo il dolore è taumaturgico e aiuta a crescere.
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