Vorrei descrivere una categoria sociale che negli ultimi tempi mi diverte e mi sorprende. La categoria in questione è quella dei gay valtellinesi. Provenendo da una città dove essere gay è abbastanza normale, qui invece sembra tutto totalmente diverso. Il gay valtellinese si nasconde nel rigore del suo clima ed esce allo scoperto solo quando c'è la luna piena. Durante il giorno il gay valtellinese è un infaticabile lavoratore, tutto perfetto e precisino. Ma la notte da il meglio di sè.
Sfida le intemperie della neve, della strada ghiacciata, dei chilometri e delle stradine impervie e piene di curve delle montagne, supera i valichi, e fa di tutto per raggiungerti....
E devo dire che in tutto questo ci si sente merce rara e preziosa.
Una sorta di premio da raggiungere, del tipo più dolce sarà la ricompensa quanto più arduo sarà il percorso per raggiungerla.
Ma il gay valtellinese raggiunge la meta, è timido, poi di fronte a chi viene dalla città è sempre un pò impacciato, ha una sorta di senso di inferiorità inconscia.
Di poche parole, ti offre da bere, magari in un posto poco affollato... sai com'è potrebbero riconoscerlo...
Il gay valtellinese dopo la sua birra è più carico, quasi più sicuro di sè...
senti che potrebbe scattare qualcosa, magari una notte di fuoco, ma il gay valtellinese è ligio al dovere e quasi sempre il giorno dopo deve alzarsi presto per lavorare.
A quel punto entrano in gioco le doti del gay di città che deve rassicurare il gay valtellinese e anzi lo deve spronare, facendogli notare che magari dopo avere superato valichi e frontiere sarebbe anche giusto andare fino in fondo....
Il gay valtellinese accetta la sfida, sa che può farcela, è lui l'uomo forte, il montanaro.
Alla fine della serata i giochi sono conclusi e il gay valtellinese torna nel suo lettuccio a dormire come un baby e si sveglierà tonico, il gay di città invece andrà a dormire pure lui soddisfatto, inconscio del fatto che l'indomani si sveglierà con la febbre a quaranta...
Sfida le intemperie della neve, della strada ghiacciata, dei chilometri e delle stradine impervie e piene di curve delle montagne, supera i valichi, e fa di tutto per raggiungerti....
E devo dire che in tutto questo ci si sente merce rara e preziosa.
Una sorta di premio da raggiungere, del tipo più dolce sarà la ricompensa quanto più arduo sarà il percorso per raggiungerla.
Ma il gay valtellinese raggiunge la meta, è timido, poi di fronte a chi viene dalla città è sempre un pò impacciato, ha una sorta di senso di inferiorità inconscia.
Di poche parole, ti offre da bere, magari in un posto poco affollato... sai com'è potrebbero riconoscerlo...
Il gay valtellinese dopo la sua birra è più carico, quasi più sicuro di sè...
senti che potrebbe scattare qualcosa, magari una notte di fuoco, ma il gay valtellinese è ligio al dovere e quasi sempre il giorno dopo deve alzarsi presto per lavorare.
A quel punto entrano in gioco le doti del gay di città che deve rassicurare il gay valtellinese e anzi lo deve spronare, facendogli notare che magari dopo avere superato valichi e frontiere sarebbe anche giusto andare fino in fondo....
Il gay valtellinese accetta la sfida, sa che può farcela, è lui l'uomo forte, il montanaro.
Alla fine della serata i giochi sono conclusi e il gay valtellinese torna nel suo lettuccio a dormire come un baby e si sveglierà tonico, il gay di città invece andrà a dormire pure lui soddisfatto, inconscio del fatto che l'indomani si sveglierà con la febbre a quaranta...
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